Lo stadio Artemio Franchi ormai non è una questione che riguarda solo Firenze e i fiorentini, ma ha esteso i suoi confini a livelli europeo. La mobilitazione per salvare lo stadio di Firenze è stata capitana stavolta da Marco Nervi, nipote dell'architetto Pier Luigi, che tra il 1929 e il 1932 realizzò l'opera, si è rivolto alla commissione petizioni del Parlamento europeo, presentando un'istanza sulla presunta violazione di Diritto Ue a nome del 'Pier Luigi Nervi Research e Knowledge Management Project', perché nonostante l'edificio sia stato dichiarato di interesse culturale, rischia di essere alterato, in virtù di una legge approvata di recente. "Si tratta di una delle opere più importanti del patrimonio architettonico italiano ed europeo, nota in tutto il mondo, paradigmatica in rapporto a tanti successivi stadi che ne hanno reinterpretato l'essenzialità e la fusione tra struttura e architettura", ha affermato Nervi.

La rappresentante della Dg Istruzione e Cultura della Commissione europea, Catherine Magnant, ha risposto che l'Ue "non ha competenza diretta o indiretta sulla conservazione o la promozione del patrimonio culturale, che è primariamente responsabilità nazionale". Magnant ha aggiunto che un approccio integrato è sostenuto dall'Ue, ma l'alterazione delle strutture esistenti sta agli Stati membri. La presidente della Commissione per le petizioni, Dolors Montserrat, ha infine deciso di tenere aperta la discussione e inviarla per informazione alla Commissione Cultura. Notizia riportata da ANSA.


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