Una corsa contro il tempo che se da un lato ha avuto riscontri positivi da parte dei sostenitori viola, dall’altro non ha ancora sciolto i dubbi della Fiorentina. La quale ieri, tramite un’intervista del dg Barone a La Nazione, ha evidenziato alcune criticità rimaste in sospeso: "Non sappiamo i dettagli del progetto per poterci esprimere e nemmeno dove andremo a giocare durante i lavori, a quanto ci affitteranno lo stadio e per quanto tempo".

Questioni annose che già in passato il presidente Commisso aveva sollevato e su cui, evidentemente, non sono stati fatti passi in avanti. La sensazione è che, abbandonato il progetto di realizzare uno stadio nuovo a Campi Bisenzio, la proprietà americana sia rimasta scottata dalle lungaggini burocratiche italiane (sentimento acuito dai ritardi che stanno riguardando il Viola Park) e dunque, al momento, il disegno di ristrutturazione del Franchi portato avanti dal Comune non sta scaldando più di tanto il cuore di mister Mediacom.

Anche perché, oltre alle incongruenze evidenziate dalla società, non sono ancora chiari gli introiti dalle attività commerciali che sorgerebbero attorno all’impianto, per realizzare le quali servirebbe l’investimento di un privato (che ad oggi non c’è e che Palazzo Vecchio spera di trovare proprio in Commisso). Tutto in alto mare, dunque. Almeno per quanto riguarda il punto di vista del club. A riportarlo è il Corriere dello Sport-Stadio.

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