Il lato positivo del ritorno di Badelj? E' che ha già vestito la maglia della Fiorentina. E quello negativo? Lo stesso. Una contraddizione solo apparente


Il lato positivo è che ha già vestito la maglia viola. Il lato negativo è che ha già vestito la maglia viola. Sta tutto in questa contraddizione, solo apparente, il giudizio sul ritorno di Milan Badelj alla Fiorentina. Il croato conosce molti dei compagni, con pregi e difetti; conosce Montella e il suo modo di giocare; conosce il terreno di gioco, l’aria dello spogliatoio, l’atmosfera di Firenze e il carattere dei tifosi. Per una partenza che non riservi sorprese, eccessi di emozioni o necessità di ambientamento, la scelta di Badelj è perfetta. Non un fuoriclasse ma un discreto regista centrale sul quale fare perno per organizzare il gioco della squadra, della quale non faticherà a tornare punto di riferimento dentro e fuori dal campo, fin dalla prima partita.

Tuttavia l’addio del giocatore un anno fa, per approdare alla corte di Lotito (più ricca di danari e ambizioni), ha lasciato qualche strascico tra i tifosi viola. C’è chi dà la colpa a Corvino, chi ai Della Valle, chi allo stesso Badelj per questo divorzio. Non mi interessa indagare. In questi casi nessuno, tranne i protagonisti, sa come è andata veramente e per abitudine diffido di chi dispensa verità a piene mani. Continuare a voltarsi indietro verso il crepuscolo Dellavalliano non è utile, tutt’altro. Quindi ben venga, anzi torni, Badelj con le sue geometrie. Vada in campo, giochi bene e riconquisti la stima di chi gliel’ha tolta. Può essere una pedina coerente col disegno di costruire una squadra del presente, che recuperi rapidamente il terreno perduto e risalga posizioni in classifica dall’osceno e umiliante sedicesimo posto dello scorso campionato.

Ora aspetto altri colpi (dopo Lirola) per la Fiorentina del futuro. Quella che dovrà tornare, se non a vincere un trofeo, almeno a farci sognare.

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