Nella gara di mercoledì della Fiorentina contro il Cagliari, per certi tratti molto scialba dal punto di vista del gioco viola, si è potuto intravedere un Milan Badelj dalle due facce. Una specie di Dottor Jeckyll e Mister Hide, se possiamo fare questo tipo di paragone. Una partenza lenta e in sordina, al piccolo trotto, tanto che per quasi un quarto d’ora la sua presenza in campo è stata quasi impalpabile. Poi, tutto ad un tratto, il regista viola ha cominciato a carburare, facendo vedere alcune giocate degne di nota e regalando suggerimenti interessanti ai compagni che però non hanno sfruttato a dovere. E se nel caso di Badelj la chiave stesse nella continuità? Domanda di non facile risposta.

Va precisato che con tutte le partite ravvicinate di questo mese sono pochi gli inamovibili, soprattutto a centrocampo. A livello di geometrie ultimamente il croato ha messo in atto qualcosa in più di Pulgar in cabina di regia, ma sta di fatto che il passo veloce in certe gare è fondamentale. Contro il Cagliari Badelj è stato sverniciato più volte dalla corsa di Nainggolan, nonostante il belga abbia un anno in più di lui. La formula adeguata per il centrocampo viola, in cabina di regia, dovrebbe essere rappresentata da due ingredienti principali, il dinamismo e la visione di gioco. In questa stagione soltanto in poche occasioni sono stati applicati insieme dagli interpreti viola in quel ruolo. Ma dal prossimo anno la questione dovrà cambiare magari con lo stesso Amrabat, avversario di oggi e in dirittura d’arrivo per la prossima stagione. Il centrocampista in forza al Verona pur non essendo un regista di ruolo ha tutte le carte in regola per occupare quello slot.


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