L’estate di Castrovilli è iniziata con il cambio di numero sulla sua maglietta. Grazie e arrivederci a quell’Otto che lo ha lanciato alla Fiorentina, per far spazio ad un numero pesante, il 10, quello che fu di Antognoni e tanti altri giocatori che Firenze difficilmente scorda. Poi l’addio di Chiesa, ed ecco che su di lui, ancora più di prima, ricadono la maggior parte delle aspettative di stampa e tifosi. 

Un avvio di campionato ottimo, visti e considerati i quattro gol messi a segno, ma poi il buio totale. L’ex Cremonese è affondato insieme a tutta la Fiorentina, prestazioni incolore e una condizione fisica non al top. I mugugni della piazza, le polemiche sui social, ma il ragazzo di Canosa di Puglia è un osso duro, e non ha mollato. 



Arrivando alla partita di martedì sera contro la Juventus: in un centrocampo inedito, con Borja Valero alle sue spalle ad agire in cabina di regia, Castrovilli mette per un attimo da parte gli scarpini colorati, indossando per novanta minuti scarpe antinfortunistiche e tuta da operaio. Il centrocampista viola ha fatto vedere che oltre alle giocate di fino, ai tocchi d’esterno o il destro a giro, sa anche “sporcarsi le mani”. Tanta sostanza e voglia di arrivare primo su ogni pallone, come nell’episodio che di fatto ha cambiato la partita di Torino. Quando Cuadrado si allunga il pallone sulla trequarti bianconera, il 10 viola è bravo a rubargli il tempo e soprattutto il pallone. Il colombiano, in netto ritardo, non può far altro che intervenire dritto sulla sua tibia. Rosso sacrosanto, e rischio di infortunio a caviglia o ginocchio scongiurato. 

Corre tanto Castrovilli, così come tutta la Fiorentina. In avanti sui suoi piedi capita una grande occasione sul risultato di 0 a 1, ma il suo rasoterra da buona posizione è deviato in angolo sa un ottimo intervento di Szczesny. Generosa la sua prestazione, e in attesa di ritrovare la via del gol Prandelli si deve accontentare, si fa per dire, di un Castrovilli più da bosco che da riviera. 

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