Una spalla per Pradè era invocata e una spalla per Pradè è arrivata: nell'immaginario comune l'idillio dirigenziale, specialmente sul mercato, era quello formato dal ds romano e da Eduardo Macia che nel 2012 costruirono una splendida Fiorentina. Il direttore romano ha sbagliato tanto, quasi tutto, agendo in coppia con Joe Barone in questo primo biennio commissiano: da oggi è ufficiale l'arrivo di Nicolas Burdisso, che lo zampino e il parere l'ha messo già però sull'operazione Nico Gonzalez. Il ruolo è lo stesso del suo predecessore, il direttore tecnico, colui incaricato di scovare giocatori e operazioni anche aldilà del già noto: il binomio può funzionare, il passato lo dimostra, fintantoché agli uomini di calcio viene lasciato spazio per agire. Non a caso la separazione da Macia arrivò quando la priorità divenne quella del bilancio e del risparmio, con i vincoli imposti dai Della Valle tramite Mario Cognigni. L'operazione chiusa con lo Stoccarda è incoraggiante, ora quello che serve alla squadra viola è un dt libero di costruire e di agire, nel rispetto dei ruoli da parte di tutti gli interpreti.


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