Un campionato da chiudere nella stanza degli orrori. Non aprite quella porta!

Tutti i calciatori peggiorati rispetto alla scorsa stagione. Gioco prima asfittico, poi pietoso. Attacco ridicolo: un mediano capocannoniere con sette gol (non credo ci siano precedenti nella storia della Fiorentina). Ultime cinque gare senza reti e solo un gol nelle ultime otto. Un non-centravanti che, in relazione ai minuti giocati, ha probabilmente stabilito il record mondiale di inoffensività. Neanche una vittoria in casa in tutto il girone di ritorno. Più che deludenti tutti gli acquisti e i prestiti del mercato estivo. Questo per ciò che riguarda il campo.

La società, se possibile, ha fatto anche di peggio. Accuse infamanti nei confronti di Pioli, mediocre nella gestione delle gare ma sapiente nel mantenere unito il gruppo, con conseguenti dimissioni che hanno scioccato la squadra. Il frettoloso ingaggio di Montella si è rivelato una toppa peggiore del buco. Infine la lettera farneticante di Diego Della Valle, che ha avuto due conseguenze: creare un alibi alle indolenze di molti giocatori con la testa già altrove e acuire ancor più le divisioni all’interno dei tifosi viola.

In questo scenario calcisticamente apocalittico, con la retrocessione schivata per un pelo, è piombata, come un meteorite, la notizia del New York Times sulla trattativa con Rocco Commisso per la cessione della società. Una scossa tellurica che molti invocavano e che ora, con le certezze che tremano, fa un po’ paura, come tutte le novità (c’è perfino chi già si mette avanti e sui social rimpiange i Della Valle prima ancora che salutino).
Sperare che possa scendere dal cielo una proprietà innamorata della Fiorentina, ormai è pura utopia. Il calcio è un business e se mister Commisso ha deciso di acquistare questa società e legarsi al nome di Firenze (non una città qualsiasi) è perché pensa possa essere un buon investimento. Speriamo lo sia per lui e anche per i tifosi, la cui passione è stata messa a dura prova. Ben venga, quindi, il matrimonio d’affari. Sarà comunque uno scrollone salutare a tutto l’ambiente.

Il labaro Stars and Stripes si prepara a garrire sul Franchi e in campo scenderanno i purple. Dall’incubo marchigiano al “sogno americano”?


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