Trascorso appena un anno a capo della FiorentinaRocco Commisso ha sicuramente dato una forte scossa a tutto l’ambiente viola. Lo si era capito fin da subito: un “businessman” abituato a stare al centro dell’attenzione, un irrequieto dalla parlantina facile, quell'accento americano che ben si mescola al dialetto calabrese. Lingua acuta, ma non per il puro gusto di stare sotto i riflettori, bensì per il bene della Fiorentina. 

Tra le tante qualità del patron viola c’è sicuramente quella di aver ridato potere mediatico alla Fiorentina. Non inteso come blasone internazionale, lasciamo per un attimo da parte la tournèe estiva in America e operazioni simili. La figura di Commisso è stata megafono per gli interessi del club, ha provato in più occasioni a fare la voce grossa per farsi ascoltare, per far sentire la voce della Fiorentina, e tutto con l’unico scopo di perseguire il bene del club.  

Esemplare è stato il post partita dell’ultimo Juventus-Fiorentina. Al termine della gara in cui i viola subirono un grave torto (tutti ricordano il rigore generosamente concesso alla Juventus a per il lieve contatto tra Bentancur Ceccherini), Il presidente gigliato tuonò contro la classe arbitrale ai microfoni dei giornalisti. Commisso pretendeva parità di giudizio per tutte le squadre, Fiorentina compresa ovviamente, alludendo a favoritismi che in quel caso avevano danneggiato la sua squadra. Pretendeva che la Fiorentina fosse rispettata, al pari della Juventus e di tutte le cosiddette ‘big’.  

Nardella Commisso Fiorentina Juventus

Molto più recenti invece sono i fatti riguardanti il tema stadio. Nelle ultime due settimane Commisso è passato dalla minaccia di lasciare la Fiorentina alla virata sulla possibilità, sempre più concreta, di costruire lo stadio a Campi Bisenzio. Anche in questo caso, il numero uno viola ha utilizzato i media come megafono per i suoi interessi, che, come nel caso sopra citato, coincidono con quelli della Fiorentina. Ha alzato un polverone che senza dubbio ha smosso una situazione in fase di stallo. Alle sue parole infatti sono seguite quelle del sindaco di Firenze Dario Nardella, che la settimana scorsa ha tenuto una conferenza stampa in Palazzo Vecchio in cui ha provato a tendere la mano a Commisso sulla questione stadio. Lo striscione #iostoconrocco ne è opinabile testimone.  

Ma questo modo di fare di Commisso è utile ai fini pratici della Fiorentina? Siamo sicuri che il ‘rispetto’ all’interno della Serie A lo si guadagni attraverso multe salate scaturite da sfoghi simili? Certamente non bisogna stare zitti e far finta di niente, ci mancherebbe, ma che frutti ha portato la sfuriata della dirigenza viola? 

Sul tema stadio invece la questione è differente. Il silenzio doveva essere rotto, la strada ‘fast’ probabilmente doveva indicarla proprio Commisso, ma tutte queste polemiche sono davvero funzionali a trovare la miglior soluzione in tempi ragionevoli oppure rischiano di essere un pericoloso boomerang? La diatriba con Nardella avrà un lieto epilogo o Commisso si troverà a convivere col sindaco di Firenze da separato in casa? Ci auguriamo che l’uragano Rocco spazzi via tutte le controversie che la faccenda stadio si porta con sé ormai da troppi anni. 

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