Parlo spagnolo, ma credo che per un giocatore sia importante utilizzare la stessa lingua della propria squadra. E alla Fiorentina si parla un linguaggio universale, quello del calcio”. Parole (e musica) di Alvaro Odriozola al termine di Fiorentina-Sassuolo: in appena due frasi, il terzino iberico ha riassunto il cambiamento che sta andando in scena negli ultimi mesi in riva all’Arno.

Dopo anni difficili, tra la fine dell’era Della Valle e l’inizio di quella di Commisso, la Fiorentina è tornata ad essere una realtà importante del calcio italiano. Buona parte di merito va a Vincenzo Italiano, che dal suo arrivo in riva all’Arno ha rivoluzionato tutto. Sfruttando gli acquisti estivi come Gonzalez e Torreira, ma soprattutto rivitalizzando elementi che fino a pochi mesi fa sembravano ai margini del progetto tecnico. Duncan e Saponara, tanto per fare due nomi. E trascinando tutto l'ambiente verso un possibile obiettivo che pareva un'utopia soltanto a pensarci.

La Fiorentina è tornata finalmente a giocare a calcio. E scusate se è poco. Niente più 3-5-2 e dieci giocatori dietro alla linea del pallone, spazio ad un 4-3-3 propositivo che esalta le caratteristiche di tutti gli elementi in difesa. Qualcosa – ed è naturale che sia così – è ancora da registrare, a cominciare da una fase difensiva apparsa troppo leggera in alcune situazioni. Il lavoro da fare è ancora tanto, sia sul campo che al di fuori di esso: la sensazione, però, è che la strada imboccata sia finalmente quella giusta.


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