Nel giorno dell’anniversario dell’arrivo di Rocco Commisso a Firenze, la redazione di Fiorentinanews.com ha contattato il giornalista e corrispondente a New York Massimo Basile, che per primo fece uscire il nome dell’imprenditore americano:

Lei fu il primo a lanciare l’indiscrezione della vendita della Fiorentina a Rocco Commisso: come venne fuori il suo nome?

“Il nome circolava già da due anni ma poi si era un po’ perso, per cui quando sono arrivato a New York mi sono messo al lavoro per capire se quella storia fosse finita davvero. Ho cominciato a fare delle ricerche e attraverso alcuni avvocati italo-americani ho scoperto che ci poteva davvero essere qualcosa. Ho trovato informazioni dalla banca d’affari che stava facendo da mediatrice e da lì è cominciata a nascere la cosa. Naturalmente poi ho cercato un contatto con Commisso, e a gennaio 2019 lui mi promise un’intervista, salvo poi ripensarci. Questo mi fece capire che probabilmente c’era sotto qualcosa di molto concreto”.

Quali erano le sensazioni durante i giorni della trattativa? C’era ottimismo nell’aria?

“Si, assolutamente. Io all’inizio ero un po’ diffidente, ma solo perché non conoscevo bene Commisso. Quando poi mi sono reso conto dell’idea che qui a New York avevano di lui, mi sono convinto. Tutti lo giudicavano come uno concreto, che se parte con una cosa poi la finisce, e infatti è stato così”.

Dall’uscita delle prime voci alla conclusione dell’accordo è passato pochissimo tempo: ma da quanto duravano i contatti tra Commisso e i Della Valle?

“Commisso aveva contattato i Della Valle già da due anni, più o meno tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Inizialmente la cifra (300 milioni) era troppo alta e quindi Rocco si era tirato indietro. Poi ci fu un ritorno di fiamma intorno a gennaio 2019 e infine l’accordo definitivo a maggio per 150 milioni. Devo dire che una parte del merito della buona riuscita della trattativa va anche ai Della Valle, entrambi molto disponibili. Avevano capito di aver chiuso con Firenze e quindi hanno voluto portare avanti velocemente la trattativa, fornendo tutti i documenti necessari e soprattutto lasciando una società sana, particolare non scontato nel calcio di oggi”.

Commisso non era proprio un volto nuovo per il pubblico italiano, visto che si era già fatto avanti per acquistare il Milan. Secondo lei il presidente si è mai pentito di non essere riuscito nella trattativa coi rossoneri?

“Assolutamente no. Nel momento in cui ha scelto la Fiorentina non ha mai avuto dubbi, e a convincerlo ancora di più c’è stato l’impatto con la piazza. Lui i primi giorni era stordito dall’accoglienza dei fiorentini, ne è stato veramente colpito e ne è pazzamente innamorato. Lui è molto amato anche dai tifosi del Cosmos, che però sono poche migliaia. Quello che ha trovato qui a Firenze non l’aveva mai visto prima e l’ha conquistato completamente”.

Dal momento del suo arrivo Commisso ha speso tante parole, ma ha portato anche fatti: l’acquisto di Ribery, i milioni spesi sul mercato, il centro sportivo e ora forse lo stadio. Si aspettava una tale rapidità d’azione?

“No, non me l’aspettavo. Pensavo che avrebbe fatto investimenti, ma non con questa velocità e di questo livello. Certamente è un imprenditore, ma non è mai stato uno spendaccione. Una cosa che mi avevano detto qui a New York era proprio che non mi sarei dovuto aspettare una spesa rapida e immediata. E invece è successo esattamente il contrario, visti gli investimenti che Commisso ha fatto in questo primo anno”.


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