Post molto lungo da parte del giornalista Massimo Basile che su Facebook paragona la gestione del rapporto con la stampa della Fiorentina con quella dei New York Knicks, franchigia Nba:

"La società può gestire la comunicazione come vuole, è un suo diritto, ma i giornalisti non devono fare le vittime: non sono l’anello debole, hanno da sempre i mezzi per onorare il proprio mestiere. Ai New York Knicks succede: città iconica, tifosi fedeli, proprietario incompetente, arrogante e permaloso, attratto solo dai soldi, dirigenti improbabili (l’ultimo direttore del mercato è un celebre agente di giocatori) che sbagliano acquisti da un decennio, risultati scadenti, giornalisti epurati (nel 2019 la Nba ha multato il club per 50 mila dollari per aver escluso un reporter dalla conferenza stampa), bannati i tifosi che al Garden criticano il proprietario, ma nessun giornale, nessun sito, nessuna radio ha mai smesso di raccontare le cose piegandosi alle intimidazioni. E quando, raramente, appaiono interviste veline, nessuno le rilancia. I tesserati - protocollo Nba - non possono rifiutarsi di rispondere ai reporter altrimenti scatta la multa. I giornalisti sono ammessi negli spogliatoi a fine partita e possono intervistare chiunque. Se i Knicks le organizzano di plastica, se le guardano da soli. Non ci sarà traccia sui giornali. E parliamo, mediamente, di persone che dicono cose non banali.

Nonostante questo, i Knicks continuano a essere poca roba, sportivamente, anche perché i tifosi sono da intrattenimento, si esaltano per una schiacciata a canestro con la squadra sotto di trenta. Ma anche per noi giornalisti, come per i tifosi, vale la stessa regola: la comunicazione di un club, come l’ambizione di un club, dipende da noi. I mezzi li abbiamo. Sono i tifosi, alla fine, a pagarne piccole superabili conseguenze, perché si nega loro le spiegazioni. Riguardo le critiche, poi, segnalo un dato che vi sconvolgerà: quando una squadra vince si vendono più giornali, si fanno più ascolti e si vende più pubblicità. Al di là del tifo, che pure c’è, i giornalisti sperano sempre che la squadra cresca, vinca, generi entusiasmo, mandi messaggi positivi perché banalmente garantisce il proprio lavoro e lo rende più piacevole, direi quasi più facile. Gli insuccessi generano complessità e ansia. Quando vi fanno credere il contrario, a qualsiasi latitudine, in qualsiasi campo, è per nascondere le proprie responsabilità".


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