Dopo i rinvii di quattro partite (tra cui Fiorentina-Udinese) del 20° turno, la Lega di Serie A aveva convocato una riunione d’urgenza per decidere il futuro del campionato, ancora colpito dall’emergenza da covid-19. Il protocollo del 6 gennaio 2022 sanciva -sul modello UEFA- che ogni squadra sarebbe dovuta scendere in campo se avesse avuto almeno 13 giocatori disponibili (tra cui almeno un portiere), da pescare anche dalle fila della Primavera.

Questa nuova misura aveva lo scopo di risolvere quei casi in cui i giocatori messi in quarantena dalle ASL si sarebbero comunque dovuti presentare in campo (ovviamente solo i non positivi), pena la sconfitta a tavolino. A seguito di questa direttiva, la Lega era riuscita anche a far “liberare” quei club bloccati dalle autorità locali, come il Torino che ha battuto la Fiorentina.

Ma sono bastati pochi giorni, nemmeno una settimana, che il protocollo è nuovamente cambiato. Dal 12 gennaio, infatti, è in vigore la regola che le rose in cui almeno il 35% dei componenti è positivo, non possono scendere in campo. Questa percentuale va però applicata non più alle squadre allargate, cioè onnicomprensive di prima squadra e primavera, ma soltanto ai 25 della Prima comunicati alla Serie A. Con un semplice calcolo, quindi, si arriva a capire che fino a 8 positivi su 25 si gioca, altrimenti la partita verrà automaticamente rinviata. Il Comitato Tecnico Scientifico -oggi 14 gennaio- ha dato ufficialmente il via libera.

Insomma, dopo il caos del 6 gennaio scorso, la Lega cerca di rimediare varando un altro cambio di regolamento, che esclude, di fatto, la possibilità che una squadra sia obbligata a giocare con i primavera. Intanto, i casi da Covid nel nostro campionato aumentano (un altro nella Fiorentina è stato registrato mercoledì) e non è affatto scontato che anche i protocolli non facciano lo stesso…

LORENZO CIABATTINI


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