Il dibattito su Chiesa è ripartito. E in fondo è stato proprio il presidente della Fiorentina, Commisso, a riportare in auge la questione volontariamente. La domanda è: perché? Due le possibilità. La prima è che le parti non si fossero riavvicinate così tanto come qualcuno diceva e che si sia vicini ad una nuova rottura. La seconda, più probabile, è che si sia ancora in stand by e che la Fiorentina attenda ancora una risposta definitiva da parte del calciatore, dal quale trapelava ottimismo fino a poche settimane fa.

Commisso, con quelle dichiarazioni, ha riportato la vicenda Chiesa al centro del villaggio. E, soprattutto, ha fatto capire a tutti che la situazione è completamente diversa rispetto a quella della scorsa estate. Adesso, come da promessa, sarà l'attaccante a decidere. Se rimanere, dove andare, sempre che arrivino offerte all’altezza. Perché la nuova proprietà americana, in caso di cessione, non si accontenta certo di una cifra inferiore rispetto al valore del calciatore. Nessun vincolo, insomma. Nessun no a priori nei confronti di alcuna società. Ma soltanto la voglia di tenere Chiesa, di fargli un contratto super importante e di vederlo sorridere.

E’ proprio questo il punto: se Chiesa rimarrà dovrà volerlo fortemente, dovrà dirlo, dovrà fare la prossima mossa. Altrimenti, con buona pace di tutti, sarà addio. Ma questa volta, i soldi che entreranno, non andranno nelle casse gigliate, non serviranno per rimpinguare i conti. Ma verranno reinvestiti in nuove operazioni, per costruire una Fiorentina ancora più forte. I tifosi viola possono stare tranquilli, Chiesa o non Chiesa sarà una grande Fiorentina. Adesso tocca a lui, non ci sarà più il balletto di responsabilità. I Della Valle non ci sono più e con loro è svanita anche la necessità di fare plusvalenze ad ogni costo.


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