Le prossime quattro partite che attendono la Fiorentina, tre di campionato (Sampdoria, Salernitana, Milan) e una di Conference (Riga), dovranno fornire quattro risposte ad altrettante domande. Gli “ingredienti” per queste risposte saranno i risultati, prima di tutto, l’evoluzione nel gioco della squadra, la prestazione di alcuni calciatori in particolare.

Primo quesito. Posizione e punti in classifica della squadra, prima di tuffarsi nel “buco nero” della maxi pausa per i Mondiali, dalla quale riemergeremo solo all’inizio del 2023, permettono di sperare nel raggiungimento di una posizione che rinnovi la presenza viola in Europa? Oppure ogni sforzo deve essere concentrato su Conference League e, quando inizierà, Coppa Italia?

Secondo quesito. Chi è il centravanti titolare della Fiorentina? Jovic, Cabral o nessuno dei due? In questo caso la pausa del campionato dovrà essere utilizzata per individuare e assicurarsi, alla ripresa delle partite, un numero 9 di garanzia.

Terzo quesito. Si può ancora fare a meno di un regista? E’ lampante che alla Fiorentina manca, in mezzo al campo, una testa pensante. Lasciamo da parte Torreira e le polemiche intorno al suo nome: ipotizziamo un calciatore alla Pizarro, così nessuno se la prende a male.

Quarto quesito. E’ di cruda evidenza che gli ultimi mercati invernali della Fiorentina, più che di riparazione sono stati di frustrazione. L’apice fu raggiunto due campionati fa con il doppio ingaggio di Kokorin e Malquit (quasi peggio di quando si pensò di rinforzare con Ficini, la squadra che aveva perso Batistuta ed Edmundo). E’ ragionevole puntare ancora su chi fece quelle scelte per affidargli il futuro prossimo della Viola?

 


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