Anche contro l'Udinese, Youssef Maleh è partito dal primo minuto. E sin qui non ci dovrebbero essere sorprese. Se non fosse che il centrocampista marocchino non aveva mai giocato così tanto prima d'ora, da quando è a Firenze. Le prime sei le ha fatte tutte, iniziando per quattro volte dal cerchio di centrocampo. Con le assenze di Bonaventura e Duncan, l'ex Venezia contro l'Udinese è stato schierato nuovamente nell'undici titolare. Pure stavolta, però, con scarsissimi risultati.

Premessa: Maleh è un profilo interessante e ha margini di miglioramento. Ma cos'è successo quest'estate affinché Italiano lo schierasse, manco come fosse un pilastro della squadra come Milenkovic? Di solito, viene premiato un netto miglioramento, sia tecnico sia tattico. In queste prime giornate, però, neanche l'ombra. Anzi, a voler essere puntigliosi, forse pure un passo indietro. Un'involuzione che non fa bene a un centrocampo già rivoluzionato alla base.

Col nuovo "falso regista", infatti, si perde la necessità del recupero palla come obiettivo primario della mezzala. "Costretta" quindi a giocare più in fase di possesso. Un fondamentale nel quale Maleh riesce meno. I suoi intercetti e i contrasti che riesce spesso a vincere sono sicuramente il suo pezzo forte. Ma non chiedetegli di impostare. Né tantomeno di giocare in verticale. Il 75% di possesso palla sterile contro l'Udinese è dovuto anche (ma non solo, ovviamente) ai tantissimi passaggi in orizzontale. Inutili per scardinare una -nota- difesa serrata come quella dei bianconeri.

Sostituito anche nell'ultima gara, Maleh continua a non convincere. Rafforzando la tesi che il marocchino non abbia ancora trovato la sua dimensione ideale a centrocampo. Mezzala è, ma quale sarebbe la sua mansione principale? La passata stagione aveva sorpreso per qualche inserimento in area vincente. I suoi gol contro Salernitana e Bologna erano stati un bel biglietto da visita. Con una propensione a incidere di più quando partiva dalla panchina. Ossia contro avversari stanchi che non potevano reggere contro la repentina pressione del centrocampista. Pochi (e rari) però sono rimasti gli sprazzi per un giocatore che, da quando è arrivato dalla Serie B, non ha ancora fatto capire se sia carne o pesce.


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