In casa Fiorentina, da quando è arrivato Italiano, la questione delle gerarchie è al centro del dibattito. Basti pensare che la formazione è sempre stata diversa in 32 gare ufficiali. Un reparto in cui sono riusciti a dire la loro molti calciatori è senza dubbio il centrocampo, dove è difficile individuare tre titolari fissi.

Alfred Duncan, tra i protagonisti delle rotazioni in mezzo al campo, si è sicuramente distinto nel girone d’andata. Il ghanese ha sorpreso tutti, ritagliandosi il suo spazio già dall’inizio della stagione quando in pochi avrebbero ipotizzato una sua permanenza a Firenze. E invece, si è rivelato molto utile: vero e proprio box to box, con corsa, recuperi e anche partecipazione alla manovra offensiva. Una completezza che forse nessun altro centrocampista viola possiede (con le giuste proporzioni).

Il 2022 si è rivelato più complesso per il classe ‘93. Non che sia sparito dalle idee del mister, anzi, è sempre un jolly utilizzato a partita in corso. Tuttavia, vuoi per la rinascita di Amrabat, vuoi per la spinta verso un centrocampo più tecnico (e quindi la scelta di Bonaventura e Castrovilli come mezzali), la titolarità del numero 32 manca dal 5 febbraio, contro la Lazio.

Ciò che può nuovamente cambiare la rotta è stata la sua entrata in campo domenica, in Fiorentina-Verona. Duncan ha mostrato tutti i suoi punti forti, aiutando la squadra a rimanere nella metà campo gialloblù, e si è cimentato in due sorprendenti giocate palla a terra. Ha giocato soltanto un tempo, ma quanto basta per convincere tutti a dare un voto anche oltre la semplice sufficienza.

Si parla spesso di una leggerezza eccessiva a centrocampo e della ricerca di maggior equilibrio. Se la chiave sarà (ancora una volta) Alfred Duncan, ce lo dirà il tempo. Ciò che già sappiamo è che il ghanese, per questa Fiorentina, sarà ancora utile e funzionale, magari anche da titolare.

NICCOLÒ MASINI

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