Che Giuseppe Iachini ci tenga in particolar modo a fare bene con la Fiorentina è un fatto fuori discussione. Al di là di tutte le ipocrisie che girano nel calcio, e sono davvero molte, l'allenatore gigliato è davvero legatissimo a Firenze e ai tifosi viola, con i quali ha sempre avuto un rapporto straordinario.

Questa sua voglia di ben figurare però, probabilmente, unito ad errori individuali di qualche suo giocatore, è stato il limite che non gli ha permesso di portar via da Bologna i tre punti. Mi spiego meglio. Quando si comincia una nuova avventura lo si vuol fare al massimo e il massimo nel calcio italiano significa vincere l'incontro e incassare i tre punti. Come si ottiene il risultato conta poco per non dire zero, tanto il giorno dopo la gente spesso si è dimenticata di quello che è successo o non è successo in campo, in nome di una classifica migliore e minori affanni.

E allora ecco che si può spiegare con questa chiave di lettura l'eccessivo e inspiegabile difensivismo della Fiorentina nelle fasi finali del match. Non c'era niente, giusto per andare su un punto concreto, ad esempio che giustificasse l'uscita di Castrovilli per far entrare il sesto difensore in campo, Ceccherini (con tutto il rispetto per il ragazzo, ci mancherebbe). Il Bologna teneva palla è vero, lo faceva prevalentemente nella metà campo viola, ma senza creare particolari affanni. Paradossalmente era stata proprio la squadra di Iachini a costruire le due-tre occasioni più pericolose del secondo tempo andando in contropiede. Facendo così hai concesso, gratis, ulteriori metri al Bologna, fino ad arrivare alla punizione che poi ha generato il pari di Orsolini.

E' chiaro che una riprova in senso contrario non ci sarà mai, ma Iachini deve ambientarsi in una realtà che è differente rispetto a quelle a cui era abituato finora. E capire che inserire tanti difensori in campo non è sinonimo di garantire maggiore copertura alla squadra, anzi, purtroppo spesso ottieni l'effetto contrario.


💬 Commenti