Il diktat l'ha ribadito ancora una volta Prandelli: "Non vogliamo prendere giocatori scontenti". Un concetto comprensibile e anche condivisibile ma che apre un grosso interrogativo: su che tipo di giocatore può andare la Fiorentina, visto il suo status attuale? Perché a gennaio spesso si muove chi ha giocato poco ed è, inevitabilmente, scontento oppure chi viene pagato veramente caro, anche più del suo valore, salvo casi di acquisti studiati per tempo e concretizzati d'inverno (vedi ciò che ha fatto l'Atalanta con Maehle). Il passato recente della Fiorentina è emblematico, per entrambi i casi: nel 2015 a gennaio arrivò quasi per caso un certo Mohamed Salah, che al Chelsea era tutto fuorché contento. Questo anche per far capire che poi, ci sono scontenti e scontenti.

Ma appena un anno fa, in casa viola si utilizzò la strategia del super investimento: tanti soldi messi sul piatto, per alcuni anche oltre valore, per far fronte all'emergenza. Qualche margine d'investimento probabilmente c'è, vista la cessione recente di Chiesa, così come la possibilità di pescare anche tra gli scontenti ma trovando giocatori adatti alla nuova realtà. Ma da queste due strade non si scappa.


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