16 aprile 2022, 78’ di Fiorentina-Venezia: gara cruciale per il sogno europeo della banda di Italiano. Gaetano Castrovilli è in possesso della sfera, tenta un dribbling, ma a seguito di uno scontro fortuito con l’avversario, cade e si mette subito le mani tra i capelli. Castro capisce che non si tratta di una semplice botta e che la torsione subita dal ginocchio non è stata naturale. Portato via in barella, tra gli applausi del ‘Franchi, il report della Fiorentina è spiazzante: lesione del legamento crociato anteriore, del legamento collaterale mediale e del menisco esterno del ginocchio sinistro. La sua stagione è finita, così come diventa a rischio anche la successiva.

Il ballerino di Minervino Murge, però, non si dà per vinto ed inizia, immediatamente dopo la ricostruzione dei legamenti, il suo percorso di recupero. Tanto da portarsi anche il fisioterapista in viaggio di nozze, quasi a voler urlare al mondo che la sua sfortuna non è niente in confronto alla sua resilienza. Dagli scatti sulla sabbia delle Maldive a quelli del centro sportivo, passano “solo” sette mesi per ritrovarlo impegnato (parzialmente) insieme ai suoi compagni. E nel mese di novembre l’annuncio: da gennaio, Castrovilli tornerà a disposizione di mister Italiano.

Un giocatore imprescindibile, il numero 10 della squadra e una delle assenze che probabilmente ha determinato l’incrinarsi del gioco armonioso della formazione ‘21/22. A differenza di altri giocatori, il Mondiale invernale casca a pennello per Castrovilli, che approfitta così di una lunga sosta per non cadere nella tentazione di forzare i tempi. Al suo ritorno in campo, per giunta, il 10 toccherà quota 100 con la maglia viola. Un traguardo che non tutti quelli passati a Firenze in tempi recenti hanno avuto l’onore di raggiungere.

Anche dal punto di vista tattico, oltre che l’indubbio apporto qualitativo, la squadra di Italiano potrebbe riavvicinarsi a quella che aveva strappato il pass per l’Europa. Da capire la posizione della mezzala pugliese nel nuovo 4-2-3-1, nonostante il giocatore sia in grado di ricoprire sia il ruolo di interno che di trequartista. Castro allora freme dall’attesa di solcare di nuovo l’erba del ‘Franchi’: quell’amara con cui si era scontrato otto mesi fa e quella soffice che non vede l’ora di essere delicatamente calpestata dai tacchetti del danzatore che dipinge linee e schizzi con la sua tecnica sopraffina.

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