Iachini, tutti con Iachini. Il fronte è comune: giocatori, tifosi, società. Tutti all'interno della Fiorentina sono contenti del lavoro del nuovo allenatore gigliato che, dopo una grande partenza, ha sicuramente pagato le tante assenze e un calendario non facile. Ma la zona ‘pericolosa’ rimane sei punti lontana e Iachini quando arrivò era a tre punti dal terzultimo posto. Certo, dispiace, perché soltanto dieci giorni fa la situazione era completamente diversa e certi fantasmi sembravano completamente dimenticati.

Oggi, invece, torna ‘decisivo’ non perdere a Genova, rialzare la testa. Per non tornare a rivivere vecchie paure e vecchie incertezze. Per non riarrotolare il nastro. Ma chi conosce Beppe sa bene che lui è abituato a queste situazioni. Che non faceva voli pindarici quando i risultati arrivavano, che non si abbatte oggi. Anzi. E’ uno che nella difficoltà riesce sempre a dare il meglio di se stesso e a trasmettere questa sua voglia al gruppo. Per questo siamo sicuri che a Marassi la Fiorentina risponderà alle critiche, alle perplessità. Anche dal punto di vista dell’atteggiamento che dovrà essere per forza di cose più offensivo. Perché in fondo, quello che manca, è sempre la solita cosa: i gol, le reti degli attaccanti.

Intanto c’è chi parla del futuro, chi comincia a ‘pensare’ alla Fiorentina del prossimo anno. Vedremo come arriverà in fondo Iachini (le scelte, le decisioni, sono sempre figli dei risultati), ma è chiaro e logico che in questo momento anche il mercato degli allenatori comincia ad entrare nel vivo. E allora se è vero che Commisso non disdegnerebbe un profilo internazionale, il nome più caldo rimane quello di Juric, un misto tra la grinta di Iachini e l’abilità tattica di Gasperini. Uno che sta dimostrando, ancora una volta, di saperci fare con i giocatori ma, soprattutto, di avere fame. Da non sottovalutare anche i profili di De Zerbi e di Liverani, subito a ruota, ma anche quello che rimane caldo, ma non in pole position, di Di Francesco. Un vecchio pallino di Pradè, che se avesse potuto scegliere lui, avrebbe allenato la Fiorentina già dallo scorso giugno. Già, perché il ds gigliato, questo nome fece nel giorno del suo ritorno in viola. Aveva paura che Montella si sarebbe portato ancora dietro gli strascichi di una stagione andata male, con la salvezza all’ultima giornata di campionato. E così è andata. Vedremo come sarà il futuro, sicuramente la voglia di una grande Fiorentina rimane. Anzi, nella testa di Commisso, è raddoppiata.

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