Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un interessante articolo sul presidente della Fiorentina Rocco Commisso.

Di seguito vi proponiamo un estratto del testo: “Rocco Commisso è un alieno sbarcato sul pianeta Serie A. Pensava di essere arrivato nel campionato più bello del mondo, con la squadra di una delle città più belle d’Italia. Voleva investire, costruire uno stadio, esportare nel pallone il suo modello di business a stelle e strisce con cui è diventato miliardario. Invece pian piano sta scoprendo di essere in una “gabbia di matti”, tra procuratori esosi, dirigenti pasticcioni, presidenti viziati. E un po’ confuso, un po’ incazzato, come un extraterrestre che proprio non si capacita di dove sia finito, comincia a insultare tutti quanti. Come si fa a non amarlo”.

Prosegue così il quotidiano: “Bisogna amarlo non solo per i suoi modi buffi da italoamericano in un gangster movie, a metà tra Marlon Brando e Danny De Vito (guai a prenderlo in giro perché dà in escandescenze pure su questo). Bisogna amarlo perché il suo arrivo probabilmente è la cosa migliore che sia successa al pallone italiano negli ultimi dieci anni. Di errori ne ha fatti e ne farà pure lui, per carità. Come quando nei primi due anni di gestione ha toppato praticamente tutte le scelte tecniche, da Montella a Iachini a Prandelli, passando per Ribery. Il presidente perfetto non esiste. E infatti Commisso non è questo, ma molto di più: è un personaggio fuori dagli schemi, che gli schemi stantii e melmosi del nostro calcio vuole romperli”.

E ancora: “Le battaglie che sta portando avanti da quando è arrivato in Serie A sono tutte giuste. A partire dalla crociata contro i procuratori, che è ovviamente interessata, per il rischio di perdere a zero Vlahovic, ma sacrosanta. Gli agenti, che hanno ormai travalicato il loro ruolo, stanno contribuendo a spingere il sistema verso il baratro. La Fiorentina ha pubblicato un decalogo con una serie di proposte, come il tetto del 5% per le commissioni, l’obbligo di procura singola e una camera di compensazione trasparente per tracciare tutti i pagamenti (che sgonfierebbe pure la bolla delle plusvalenze fittizie). Sembrano delle ovvietà, eppure nel calcio queste regole non ci sono, o non vengono applicate”.

Chiosa finale: “Commisso, che intanto sembra aver imparato anche come si gestisce un club e fa volare la sua Fiorentina, non c’entra nulla con i conflitti d’interessi e i servilismi al potere. Non c’entra nulla col politically correct, con la filosofia dell’io speriamo che me la cavo, con la logica dell’una mano lava l’altra, e la regola del cane non mangia cane, che da sempre mandano avanti la Serie A. Per questo è una buona notizia per il calcio italiano. E infatti per questo il calcio italiano sta facendo di tutto per respingerlo. I giornalisti sportivi lo attaccano. In Lega calcio i suoi colleghi presidenti lo odiano. Persino la Figc mal lo sopporta, come dimostra la prontezza della pachidermica procura federale ad aprire un’inchiesta sulla sua ultima intervista, il classico esempio di chi guarda il dito e non la luna, gli anticorpi di un organismo malato che si auto preserva. Adesso resta da capire solo chi vincerà la partita: se sarà lui a cambiare il sistema, o il sistema a neutralizzarlo, e infine espellerlo come un corpo estraneo”.


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