Ci hanno provato in tanti a fargli cambiare idea, ma Cesare Prandelli non ha mai fatto un passo indietro sulla propria decisione di dimettersi da allenatore della Fiorentina. Proprio come nel 2010, quando poi firmò per la Nazionale italiana, o nel 2014, quando invece si dimise al termine del Mondiale in Brasile. Anche il presidente Commisso, direttamente dagli Stati Uniti, ha voluto chiamarlo per ribadirgli stima e affetto e stringerlo in un forte abbraccio virtuale.

Le motivazioni extra-campo - ricorda il Corriere dello Sport-Stadio lo avevano fatto dimettere anche nel 2004, agli inizi dell'avventura con la Roma, a causa delle condizioni di salute della moglie. A Firenze un campanello d'allarme era suonato al termine della partita contro il Benevento, quando Prandelli ha detto di essere stanco. E dopo la sconfitta col Milan, la sua fuga dal Franchi giustificata con un leggere malore. Dopo che nella giornata di ieri si era riunito con la famiglia, il tecnico di Orzinuovi ha maturato la decisione di dimettersi. Al suo posto torna Beppe Iachini, che dovrà traghettare la Fiorentina fino al termine della stagione.


💬 Commenti