TERRACCIANO: 6 L’unico sussulto di giornata lo vive quando su un pallonata lunga della Samp, esce al limite rischiando di andare fuori area con le mani. Gli va bene che il pallone è all’altezza della linea dell’area di rigore. Torna imbattuto fuori casa dopo tre mesi: c’è da festeggiare anche per lui.

DODO: 6,5 Finalmente il terzino dello Shakhtar che sembrava impossibile aver disperso nel nulla. La gran discesa, con assist, per il gol di Bonaventura è il suo marchio di fabbrica e quello che principalmente era mancato finora. Va un po’ in sofferenza su qualche avanzata di Augello ma il feeling con Ikoné in sovrapposizione fa veramente stropicciare le mani.

QUARTA: 6,5 Lotta, anticipa, gestisce molto bene il giovane Montevago, il più brillante del reparto almeno finché Leris non lo ammacca con un’entrata in ritardo. Stringe i denti fino all’intervallo ma poi dà forfait. 46’ Igor: 6 Un ritorno che più tranquillo non si poteva. Bene così per il brasiliano, che fa la guardia su quel poco che resta dell’attacco doriano nella ripresa. Bravo a ribattere uno dei pochi spunti di Gabbiadini.

MILENKOVIC: 7 E’ tornato Ministro della Difesa, dopo qualche apparizione un po’ spaesata. Vero è che la Samp è proprio poca cosa ma la Fiorentina di questa stagione aveva abituato a riabilitare davvero chiunque. Perfetto a uomo su Caputo, perfetto anche quando svetta di prepotenza per chiudere la partita. Poi è finale in accademia.

BIRAGHI: 6,5 Sempre attento dietro, dove Leris punge poco ma apprezzabile anche in diverse virate verso centro area. Nella ripresa si immola addirittura su Caputo. Il merito è anche quello di battere un angolo bello teso per la testa di Milenkovic, che trova un’altra rete dalla bandierina.

MANDRAGORA: 6,5 Non dirige ma interdice. Sembra uno spot ma in realtà è la sua giornata in ufficio oggi a Marassi. Si alza solo a tratti, si abbassa molto più spesso a fare schermo. Nel famoso ‘lavoro sporco’ tanto caro ai tecnici oggi ci mette la firma anche lui. 83’ Barak: s.v.

DUNCAN: 6 Il compito di oggi era diverso da quello abituale, non più mezzala classica ma più mediano a due a fare da cerniera. Il ghanese si districa tutto sommato bene, puntando quasi solo alla quantità anche se un po’ troppo spesso gli spazi da coprire sembra oceanici. Un po’ di lui, un po’ di Mandragora e la Fiorentina filtra. 65’ Amrabat: 6 Entra quando c’è da fare la battaglia più che altro e questo è il suo habitat migliore. Regge bene, tiene contro una Samp che va via via spegnendosi e riassapora il campo nel migliore dei modi.

BONAVENTURA: 7,5 Questo è il Jack di cuori vero, come lo chiamavano a Milano nelle giornate migliori. Prestazione lucida e dominante in tutti i sensi, dalla rete rompi-ghiaccio alla gestione sempre precisa del pallone. Mai ‘prolisso’ con la sfera, sfiora altre tre volte la rete. Todocampista oggi.

IKONE’: 6,5 Forse la sua miglior gara, sulla distanza dei 90 minuti, da quando è arrivato a Firenze. Ispira Dodô in occasione del primo gol, è splendido nella giocata che lo porta davanti alla porta vuota… ma poi si dimentica di tirare. Attivo anche nella ripresa, non è un caso che ritrovi più di qualche giocata di Lille.

KOUAME: 7 Gran parte del merito sull’azione dello 0-1 è sua. Incredibile la serie di dribbling con cui trasforma un disimpegno in azione-gol. Imprendibile a lunghi tratti per la difesa doriana: peccato che si faccia murare poco dopo sulla linea, avrebbe meritato la gioia personale. 83’ Saponara: s.v.

JOVIC: 5 Pazzesco il rigore che gli nega Marinelli, col quale se non altro avrebbe potuto dare un senso alla sua giornata. Bravo a prendere posizione nell’azione del penalty ma per il resto sembra un pesce troppo fuor d’acqua. 46’ Cabral: 6 Entra, si sbatte, fa casino, perché fa casino oggettivamente col pallone. Ma è impossibile non apprezzare lo spirito e la forza di volontà. Trova in sostanza una sola giocata, con la quale salta sul fondo Murillo e cerca l’assist al centro, senza fortuna. Nel duello con Jovic ha la meglio oggi, è che servirebbe qualcosa di più davanti.

ITALIANO: 7 La Fiorentina scende in campo e pronti-via, sblocca il risultato. Una rarità assoluta in questa stagione, dove anzi più di frequente si partiva sotto 0-1. Approccio finalmente da squadra vera e gestione d’autorità nel finale: il nuovo assetto funziona e lo sviluppo in verticale del primo gol lo certifica.

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