Julian Alvarez, l’Araña (il Ragno) ha rubato la scena e i gradi di titolare a Lautaro Martinez. Al confronto dell’attaccante interista, sembra Gastone accanto a Paperino. Gli riesce tutto. Va a battere un corner e trova 50 euro accanto alla bandierina. Due gol nelle ultime due partite. Tutti innamorati di lui, anche il patriarca Batistuta che fatto un giro in barca con il suo erede. Il classe 2000 del Manchester City si batte con una generosità e con uno spirito di servizio che affascina compagni e mister”.





Così La Gazzetta dello Sport descriveva il fu tanto vicino a vestire la maglia viola, dopo aver trafitto l’Australia ed essersi imposto ai danni del numero 10 dell’Inter. Partito come riserva in questo Mondiale, il crack ex River ha tirato fuori il meglio di sé quando gli sono state concesse le opportunità. Ma soprattutto, nelle sfide più importanti. Per la Fiorentina è già un rimpianto – non potrebbe essere altrimenti – pensando che il suo acquisto era così alla portata di mano…





Lo scorso inverno era stato individuato da Burdisso per ereditare la 9 di Vlahovic: una camiseta che poco tempo dopo sarebbe finita sulle spalle di Cabral. Certo, gli investimenti onerosi dal Sudamerica sono sempre dei rischi, ma il primo giocatore a segnare sei gol in una sola partita di Libertadores non poteva lanciare cattivi segnali. Il 2021, tra l’altro, fu il suo anno d’oro: 24 reti e 18 assist con la maglia dei Millionarios, campionato vinto e premio come miglior calciatore sudamericano.





La società viola non se la sentì e virò anzi su un altro Alvarez (poi finito comunque in Italia). Adesso, anche se già questa stagione in Inghilterra ha fatto vedere di che pasta è fatto, Julian fa sognare un’intera nazione. Il 9 che aiuta il divino 10 a scalare una montagna che forse solo la fede può raggiungere. Un altro nueve invece continua a faticare per farsi capire da Italiano, nonostante la sua, di speranza, sia già stata incrinata quando un nuovo 7 è arrivato la scorsa estate.



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