Kouamé prima, Ikoné poi. La Fiorentina aveva iniziato sulle ali (ivoriane) dell’entusiasmo, trascinata dal giocatore che doveva lasciare e trattenuto all’ultimo grazie alla sua forza di volontà. Poi si è affidata all’epifania dell’amico di Mbappé, emerso dal nulla cosmico dei primi mesi in riva all’Arno. Un flebile intermezzo di Gonzalez e Sottil non ha messo in difficoltà l’allenatore: la pessima forma fisica di entrambi ha consegnato due (+ Saponara) unici esterni disponibili.





Da gennaio, tutt’al più da fine mese, le cose potrebbero cambiare, grazie ai recuperi integrali dei due titolari - sulla carta -. Questa stessa stagione, in realtà, aveva già visto un esordio non di lieve impatto di Sottil jr e di Nico: il primo con vari assist e prestazioni di livello e il secondo rimasto come il miglior marcatore della rosa nonostante i tanti giorni d’assenza. Italiano spera di ritrovarli in quelle condizioni, augurandosi di riavere presto l’imbarazzo della scelta al momento della decisione sull’attacco da schierare.





È presumibile pensare che il più forte giocatore della squadra riavrà subito il posto da titolare: Gonzalez cercherà il riscatto dopo la doccia fredda del Qatar. I suoi dribbling, ma soprattutto le sue reti, sono indispensabili per una formazione che non segna più quanto la passata stagione. Discorso leggermente diverso per il figlio di Sottil, che ha performato sempre a corrente alternata. Per lui, si avvicina il giorno della verità: restare ciò che è rimasto del talento del settore giovanile dopo Vlahovic e Chiesa oppure scrivere la sua, personalissima storia.





D’altro canto, Italiano non accantonerà Kouamé e Ikoné, specie il secondo che si è dimostrato micidiale e fulmineo nelle ultime uscite. L’ex Anderlecht, dalla sua, continuerà a costituire una risorsa prolifica davanti alla porta: un attributo che i suoi colleghi spesso si dimenticano di mostrare. Nelle prossime amichevoli non si vedranno né Gonzalez né Sottil, per cui il 4-2-3-1 sarà ancora nelle mani dei due originari africani, pronti a dimostrare che la titolarità non se la sono guadagnata solo per gli infortuni dei compagni.



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