Sono passate diverse ore ormai dalla proclamazione del progetto vincitore nell'ambito del concorso internazionale per il rifacimento del Franchi e del quartiere di Campo di Marte. E ormai sono anche in tanti che hanno espresso la propria posizione in merito, quindi, state tranquilli, questo non sarà l'ennesimo articolo dove verrà presa in esame la proposta presentata dal consorzio comprendente Arup, Cucinella e Cupelloni.

Ci interessa più mettere in evidenza altri aspetti della vicenda stadio, sfatare un bel po' di miti e cercare di togliere di mezzo alcune informazioni che circolano, ma che non corrispondono a verità. E soprattutto focalizzarci su cosa potrà fare o non fare la Fiorentina d'ora in avanti.

"Questo progetto impedisce alla Fiorentina di avere uno stadio di proprietà". Primo errore. Il club viola, indipendentemente dal Franchi, aveva e ha tuttora le mani libere. In sostanza, Commisso, se vuole, può decidere di abbandonare la struttura dove attualmente gioca la squadra e farsi un impianto di proprietà. Certo, se vuole un terreno dove costruirci l'impianto e un'area commerciale di dimensioni 'normali' è un conto. Se invece ha l'aspettativa di avere a disposizione 60-70 ettari (come Diego Della Valle per capirsi) allora è notte fonda, perché terreni di questa grandezza a Firenze e provincia sono pressoché introvabili.

E' vero, se il proprietario del club viola avesse avuto la possibilità di agire sul Franchi avrebbe indubbiamente risparmiato tempo, perché lì già c'era uno stadio, non c'era bisogno di particolari trattative per l'acquisizione, non c'erano da fare varianti ai piani regolatori ecc...Però, e qui giungiamo ad un altro punto nevralgico, sul Franchi ci sono posizioni inconciliabili tra loro che hanno impedito a Commisso di agire. Lo stadio, che lo si voglia o no, è un monumento, è vincolato e chi vuole agire per modificarlo deve sottostare ad alcune regole. Uno di questi vincoli è che le curve non possono essere abbattute mentre il proprietario della Fiorentina invece aveva posto come punto chiave del suo progetto, proprio la demolizione di tutto lo stadio, tranne un paio di elementi (la Torre di Maratona e lo spostamento delle famose Scale Elicoidali). Chi ci vuol vedere una volontà politica di "bloccare Commisso" in tutto questo faccia pure. La realtà è però un'altra.

Fatte queste specificazioni viene meno un altro assunto: "C'era un imprenditore che avrebbe fatto tutti i lavori e invece si è deciso di spendere soldi pubblici per rifare il Franchi". Ripartiamo da sopra dunque, alle condizioni in cui verrà rifatto il Franchi, Commisso non sarebbe mai entrato sulla scena e dunque è inutile continuare ad imprecare per come si è evoluta la vicenda. C'era piuttosto un problema, che è stato sottolineato da molti: lo stadio di Firenze è fragile, non è messo bene dal punto di vista strutturale e ha bisogno di interventi per evitare che imploda. Qualcuno doveva intervenire a fronte di tutto ciò, e questo al di là di Fiorentina o non Fiorentina, ed è stata seguita questa via, ovvero quella del reperimento dei fondi del PNRR e del concorso internazionale per ridare nuova vita alla struttura progettata dall'architetto Nervi. Non dimentichiamoci che questo stadio è ancora di proprietà del Comune e chi amministra la città ha degli obblighi da rispettare davanti a beni pubblici. Tanto più se sono oltretutto ritenuti monumenti.


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