In questo caso non si tratta di opinioni ma semplicemente di fatti, certificati dalla storia, per la serenità di tutti i vigilanti della verità. Lungi da noi voler fare il male della Fiorentina sottolineando però cosa ha raccontato la storia del club gigliato negli ultimi 15 anni: due cicli meravigliosi, il primo con Prandelli dal 2005 al 2010, il secondo con Montella, dal 2012 al 2015. Entrambi accomunati da una ripartenza creata in mezzo alle macerie della stagione precedente. E in entrambi i casi per ripartire davvero si decise di voltare pagina, con un ds nuovo e con il cambio di allenatore, puntando su un nome emergente, per il tempo.

Nel 2004/05 a condurre la Fiorentina ad una salvezza soffertissima fu Dino Zoff, nel 2011/12 Vincenzo Guerini, un altro vero 'cuore viola' come lo è Beppe Iachini. A nessuno però venne la benché minima idea di ripartire con loro, basandosi magari sull'entusiasmo della singola partita decisiva per la salvezza. Beh, i fatti hanno dato ragione a quella necessità di cambio perché azzerare evidentemente dà i suoi frutti in questo caso.

Una prima occasione per farlo il patron Commisso la ebbe l'estate scorsa, quando Iachini il suo compito l'aveva bello che completato e i presupposti per puntare su un tecnico di stampo superiore c'erano tutti. Si preferì la gratitudine e il risultato, sempre basandosi sui fatti, è stato decisamente negativo e non per la scelta di esonerare il tecnico dopo 7 giornate. Il riferimento di stamattina di Iachini però ha in qualche modo riacceso la questione: non perché il suo rinnovo possa ormai arrivare, dato che lui stesso si è fatto da parte, ma perché l'idea in qualche modo è stata formulata, tra il serio ed il faceto. La Fiorentina ha bisogno di ripartire con un ciclo nuovo, portandosi dietro meno scorie e nomi possibili di questi due anni: siamo sicuri che il concetto sia passato? Continuare a perseverare come sempre resta diabolico.


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