​​

Un'altra sconfitta, questa volta in Conference contro l'AEK Atene, che aveva perso otto delle ultime dieci trasferte europee. La Fiorentina, inclusi i turni di qualificazione, era imbattuta in casa in Europa da 16 partite. Ergo: la situazione è tragica e la descrive La Gazzetta dello Sport nel suo riassunto del match. 

La lettura de La Gazzetta dello Sport

“A fine partita la Fiorentina e la sua curva a fine partita si guardano da 50 metri di distanza e nessuno parla, nessuno fa gesti. E del resto, che c'è da dire? La Fiorentina ha perso la seconda partita di fila in Conference League, ha perso 1-0 con l'Aek Atene e il peggio non è nemmeno questo. Il peggio è che ha meritato di perdere contro una squadra che è piaciuta - sa che cosa fare con il pallone, lotta, è esperta quanto basta - ma è pur sempre terza nel campionato greco. Morale del giovedì sera: Vanoli dopo i due pareggi contro Genoa e Juventus fa decisamente un passo indietro. La Fiorentina che ha ereditato è una squadra in crisi d'identità, con un sinistro contrasto tra campo e panchina. Vanoli, davanti alla panchina, si agita, urla, si gira e si volta, guarda il cielo, si dispera quando la linea non sale o un pallone di Mandragora non arriva a Dzeko. Un metro più in la, come se la linea laterale portasse in un'altra dimensione, c'è una squadra spenta, non è reattiva, che non vince i duelli e soprattutto pare non avere idea di come arrivare nell'altra area”. 

Cosa salvare?

“Che cosa salvare in questa spremuta viola? Poco. E' quasi tutto da brividi e non per il freddo. Nicolussi si abbassa, Gudmundsson viene incontro ma la Fiorentina è pericolosa solo episodicamente e continua a sembrare senza anima, senza leader. Vanoli nel finale si è giocato anche Fazzini e Fagioli ma il rebus resta quello di sempre: cambi gli uomini, non la sostanza… E ora si va a Bergamo. Di male in peggio". 


💬 Commenti (4)