Così è se mi pare... Bandiera bianca. Sono finiti i cattivi da esporre al pubblico ludibrio

I problemi della Fiorentina sono sotto gli occhi di tutti: assenza della proprietà; dirigenti promossi, senza alcun merito, che esibiscono inesperienza e incompetenza; allenatore con poche idee confuse e nessun carisma; giocatori con scarsa qualità e ancora meno personalità; alcune circostanze avverse (qualche infortunio, qualche episodio sul campo) facilmente superabili quando si ha il vento in poppa, vere mazzate quando si è in pieno fortunale.
Assai più nebulose sono le possibili soluzioni. Sempre ammesso che ve ne siano. Non mi avventuro in un terreno che non conosco. Non ho idea di come si possa uscire da una crisi che, partita dopo partita, si sta avvitando su se stessa. Però ho una convinzione che vale in qualsiasi situazione di difficoltà, tanto più in questo frangente: per trovare soluzioni occorre, prima, individuare e ammettere gli errori compiuti.
Avete sentito - anzi, letto, perché da mesi non si ascolta la sua voce - una sola parola di autocritica da parte del presidente Commisso? A suo dire i protagonisti di questo dramma sportivo sono esenti da colpe. Lui per primo. Tutti fanno il loro dovere, dal direttore generale all'allenatore.
Esauriti i “cattivi” da esporre al pubblico ludibrio di una tifoseria mai così indulgente con la proprietà della Fiorentina (giornalisti, Comune, politici, Soprintendenza, i fiorentini stessi), Commisso è rimasto senza nemici. E quindi senza argomenti di distrazione di massa per creare una cortina fumogena sul fallimento sportivo del suo progetto.
Un finale inaccettabile per mister del calcio so tutto io. Costi quello che costi.
Ecco che il rischio è di assistere ad un remake in salsa viola della frase biblica “Muoia Sansone e tutti i filistei”. Dove per filistei si intende la Fiorentina.
Insomma, parafrasando “L'ultima ora di Venezia” di Arnaldo Fusinato (1849), Commisso è assente, il gioco manca, sul Franchi sventola bandiera bianca.



