Uscire subito dalla Conference League: una competizione che la Fiorentina, in queste condizioni, non può assolutamente permettersi
Uscire subito dalla Conference League, possibilmente senza neanche passare dai playoff. Una competizione che la Fiorentina, nelle condizioni in cui versa attualmente, non può assolutamente permettersi (oltre al fatto che vincerla sembrerebbe utopia, ma di questo non possiamo avere la certezza). Una squadra ridotta ai minimi termini, svuotata, nervosa, scarsa tecnicamente, ha bisogno perlomeno di preparare una partita ogni sette giorni se vuole raggiungere l’obiettivo della salvezza.
Il mondo ribaltato
Solitamente, il ragionamento era inverso. Nelle scorse stagioni giocare il giovedì era un’opportunità, ma anche un ostacolo in più rispetto a quelle squadre che lottavano per l’Europa insieme alla Fiorentina ma senza avere l’impegno infrasettimanale. Quest’anno tutto s’è ribaltato: le concorrenti dei viola sono ben altre e, decisamente, nessuna di loro ha il problema di scendere in campo ogni tre giorni. Se con Italiano e Palladino, a un certo punto, ci siamo quasi ritrovati a dover scegliere tra puntare forte sulla coppa o tentare la volata in campionato, stavolta il dubbio neanche sussiste.
La consapevolezza di Vanoli
Si può uscire volontariamente dalla Conference? Chiaramente no, ma giocando come ieri accadrebbe in automatico. E in effetti, a vedere l’atteggiamento dei calciatori, sembrava quasi che la testa fosse già (anche giustamente) alla partita di domenica prossima contro l’Atalanta. Chissà che Vanoli, l’unico che al momento sembra aver capito davvero la gravità della situazione, non abbia fatto anche un ragionamento di questo tipo. Tra due giovedì, contro la Dinamo Kiev, avremo forse la riprova definitiva.



