In un anno del genere, in una stagione veramente povera di soddisfazioni, siamo comunque certi che ci ricorderemo la sera del 20 aprile. La prima buona notizia è tutta di marca Fiorentina: i viola sono usciti dalla trasferta di Verona con tre punti che valgono oro. Tutti noi siamo consapevoli che non bisogna abbassare la guardia, che il pericolo non è definitivamente archiviato, ma allo stesso tempo sappiamo anche che se la squadra non avesse fatto risultato sarebbe stata veramente sull'orlo di un precipizio.

Al fischio finale del signor Prontera, la reazione di tutti i veri tifosi viola è stata più o meno quella avuta dal presidente Commisso dopo il secondo gol di Caceres: pugni al cielo, abbracci vari con divani, gatti, cani, familiari e tutto ciò che era possibile stringere all'interno delle mura domestiche, visto che stadi, ristoranti e locali notturni sono off limits.

E il tutto mentre un castello di sabbia si stava sgretolando alla velocità della luce. Sì perché il 20 aprile 2021 abbiamo assistito anche al suicidio calcistico del signor Andrea Agnelli, presidente della Juventus. Il volto della SuperLega, colui che più di tutti si era dato da fare per costruire questo mostro a dodici teste, è rimasto con un palmo di naso, vedendo le formazioni inglesi defilarsi ad una ad una da questo obbrobrioso progetto. La spinta dei tifosi, ma anche dei giocatori di questi club è stata decisiva. Dispiace invece non aver visto un solo calciatore o allenatore di Inter, Juventus e Milan scrivere o dire qualcosa in merito, prendere una posizione netta di condanna così come fatto dai colleghi di Oltremanica.

Ce ne faremo una ragione. Per adesso ci accontentiamo di immaginarci come ci sarà rimasto male il 'povero' Agnelli dopo che gli hanno sfilato da sotto il mento un assegno di almeno 135 milioni di euro all'anno (i soldi che venivano garantiti all'ultima classificata) e prendiamo atto che la SuperLega è durata meno di un gatto in autostrada. Piccoli spezzoni di vita, piccoli frammenti di un universo che stentiamo a riconoscere, ma anche, in questo triste contesto che stiamo vivendo, momenti di piccola gioia impagabili.


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