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L'ex portiere della Fiorentina Gianmatteo Mareggini ha rilasciato un'intervista a La Nazione, soprattutto in ottica Fiorentina-Juventus. Una partita che lo ha fatto entrare nella storia della squadra viola. 

La partita perfetta

“Mi vengono i brividi” dice Mareggini ripensando alla famosa coreografia del profilo di Firenze messa in scena dalla Fiesole proprio contro la Juventus nel 1991. Nella stessa partita il portiere viola parò un rigore a De Agostini, dopo il famoso rifiuto di Baggio. “Quel rigore? Mi ci fanno ripensare i tifosi ogni volta che li incontro, fu una giornata perfetta. C'era un'atmosfera pazzesca, i tifosi ci trasmettevano un'energia incredibile e gridavano di gioia perfino ai nomi dei panchinari. Oggi lo stato d'animo è diverso, la situazione dello stadio è disagiata, il pubblico non incide. Ai miei tempi gli stadi erano sempre pieni, a prescindere dai risultati. Oggi invece il calcio si può seguire anche in tv e in generale il rapporto tra giocatori e tifosi è diverso. Nella settimana di Fiorentina-Juventus si aprivano gli allenamenti ai tifosi, ai campini c'erano sempre 4-5mila tifosi a caricare la squadra. Adesso i calciatori sono isolati, le emozioni che abbiamo vissuto noi sono irripetibili.

Il ricordo di Baggio

"Baggio? aveva troppe emozioni - continua Mareggini ripensando a quella partita - Era d'accordo con l'allenatore: non avrebbe tirato lui, anche perché la Juve ne aveva diversi di tiratori, ma se avesse tirato mi avrebbe segnato, sicuro. Infatti poi è successo. Nel 2008 per il Borgonovo Day, davanti a un Franchi gremito. Baggio aveva un ginocchio rotto e indossava i mocassini. Ma lo convinsero a battere un rigore e mentre aveva la palla in mano mi disse: "Fammi segnare". Gli risposi che non ci avrei pensato proprio. Fece tre passi, io intui la direzione del tiro. ma lui apri il piatto e la infilò nell'angolino".

La partita di sabato

Mareggini continua parlando della situazione difficile di oggi: “La squadra ha valori importanti ma la vedo impaurita. Il tifoso guarda quanto guadagnano i giocatori e non si capacita della classifica. Ma i gruppi vincenti non si comprano con i soldi. Mancano giocatori di personalità forte. Con Vanoli ho lavorato 3 anni in Nazionale: ha carattere, personalità, pretende tanto ma dà tantissimo. Sento che contro la Juventus vedremo una Viola diversa. C'è più speranza che rassegnazione. Per noi nel 91' fu davvero una svolta, ma quella squadra era partita per salvarsi e infatti lo fece alla penultima giornata. Oggi la squadra è più forte ma la situazione psicologica è più difficile, i giocatori devono calarsi nella parte".


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