Casini a FN: “Grave errore non far realizzare lo stadio a Commisso. I tempi del restyling? Si va almeno al 2030. La Fiorentina non è assolutamente in vendita”
Ad Hangover Viola di Fiorentinanews.com è intervenuto Francesco Casini, noto politico ed ex sindaco di Bagno a Ripoli, oggi capogruppo della lista Casa Riformista, concentrandosi sul tema del restyling del Franchi ma non solo. Casini si è proiettato anche sul possibile futuro della Fiorentina.
“Sul Franchi si è detto tantissimo, la situazione la vediamo quotidianamente. L’avanzamento dei lavori è piuttosto lento. Non cambierò mai idea: la grande opportunità mancata è stata quella di non far realizzare lo stadio alla Fiorentina e si è fatto un grave errore. Commisso aveva le risorse, i fondi per poter fare una grande opera per la città e la Fiorentina, che sarebbe rimasta nel tempo. Così non è andata ed indietro non si torna. Oggi c’è una sola strada obbligata, quella di completare il prima possibile il restyling, con tutte le complessità del caso. Le tempistiche? Si andrà oltre il 2029, vedendo i rallentamenti dell’ultimo anno. Sono un ottimista ben informato, e dico che prima del 2030-2031 non sarà possibile arrivare al termine dei lavori. L’obiettivo Euro2032 spingerà a chiudere entro il 2031. 5-6 anni sembrano tempi biblici, ma in Italia le opere pubbliche sono sempre molto complesse e richiedono tempi lunghi. Parliamo di un cantiere da 300 milioni di euro”.
‘Uno stadio così crea disaffezione nei tifosi’
“Purtroppo il comfort attualmente è veramente azzerato, a cominciare dalla possibilità di vedere per bene la partita, rendendolo accessibile a tutti, non solo a chi è in piene forze. Il rischio oggi è anche quello di una disaffezione, è un peccato aver messo in queste condizioni il tifoso della Fiorentina. Il paragone con gli altri impianti in giro per l’Europa, pensiamo a Mainz. La Mewa Arena è uno stadio non enorme ma assolutamente efficiente, dove si fa anche convegnistica, con la possibilità di vivere lo stadio 7 giorni su 7. Ci arriva un sistema di trasporto efficiente, una tramvia, però è oggettivamente posizionato tra i campi, in periferia della città. È uno stadio similare a quello di Praga dove la Fiorentina giocò la finale di Conference. Anche lo stadio di Basilea, pur non bellissimo ma quando entri dentro si rende facilmente una bolgia. Ho avuto la possibilità di essere ospitato dal presidente Commisso per cui ho visto la hospitality di alto livello e che permette alle società stesse di avere maggiori introiti. Joe Barone mi ricordava quanto incassò il Basilea dal giocare contro di noi ed erano cifre impensabili per la Fiorentina. Sono tutte perdite economiche che si riversano sul lato sportivo, sapete come funziona il fair play”.
“Non sono troppo entusiasta ma non di Vanoli, naturalmente della situazione che vive al Fiorentina da ultima in classifica. A Vanoli ho subito detto che bisogna dargli una chance, fa del carattere e della grinta un’arma vincente e oggi questo serve fortissimamente alla Fiorentina. L’approccio di oggi mi è piaciuto, di grande umiltà ma un’umiltà di forza e consapevolezza di cosa sta vivendo la Fiorentina. C’è bisogno di ricreare l’amalgama, quando ti ritrovi in fondo alla classifica le certezze vengono meno e anche la fiducia negli altri compagni e questo si vede nei vari momenti in cui la Fiorentina cede durante le partite. Mi è sembrato un allenatore quadrato, che ora sfrutterà la pausa per rimettere in piedi il concetto di squadra”.
‘La Fiorentina non è in vendita’
“Penso che in questo momento la Fiorentina non sia assolutamente in vendita, non è nemmeno giusto che sia ricorrente questo tema soprattutto nei momenti di difficoltà. Paradossalmente è più facile vendere quando le cose vanno bene, sarebbe più alto anche il prezzo. Credo che più della smentita di Commisso non esista altra voce, il quale non vive bene il momento difficile della Fiorentina ma vuole continuare a investire. Abbiamo anche l’altro jolly da giocare, oltre al cambio dell’allenatore, che è quello del mercato di gennaio: per la condizione di classifica siamo meno competitivi per cui diamo la possibilità ad alcune squadre di più alto livello di poterci prestare dei giocatori. Un po’ come fece il Betis l’anno scorso, quando prese Antony e altri giocatori a gennaio, dopo una prima parte di stagione negativa e da lì mise il turbo”.

