"Se non soffre non è Fiorentina". Apre così la Gazzetta dello Sport il suo commento sulla partita di ieri sera contro il Braga. U match che si era complicato per la squadra viola, che ha vissuto 35 minuti di incomprensibile terrore, sotto 2-0. La reazione è stata positiva, ma gli spunti di riflessione non mancano: Italiano ha cambiato sei titolari rispetto all’andata, Artur Jorge addirittura nove. Forse il tecnico della Fiorentina non voleva trasmettere l’idea che si giocasse un’amichevole e allo stesso tempo sperava che alcune riserve sfruttassero l’occasione. Ma il Braga è sembrato fin dal via molto più determinato.

Ha sorpreso negativamente l’approccio della Fiorentina, ma ancora di più la scarsa personalità mostrata in una gara apparentemente semplice perché indirizzata dal risultato dell’andata. Un altro aspetto negativo è l’assenza di quegli automatismi preziosi quando le cose vanno male. Il gioco può essere il salvagente a cui aggrapparsi quando il mare è grosso. Ma la Fiorentina a volte perde la sua identità e non riesce ad effettuare tre passaggi di fila che non siano banali.

La costruzione del gol deve far riflettere perché il tocco ravvicinato di Mandragora è nato da una delle pochissime combinazioni sulla fascia (in questo caso effettuata tra Dodo e Bonaventura) a cui la Fiorentina di Italiano ci aveva invece abituato nella scorsa stagione.


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