C'è bisogno di una scossa, e questo è chiaro a tutti, anche agli addetti ai lavori. Il direttore sportivo Daniele Pradè infatti, nel post partita ha espresso il suo parere sulla gara giocata dalla Fiorentina: "Se avessimo osato un po' di più avremmo potuto portare a casa il risultato. E' mancato il guizzo."

Il guizzo, lo spunto, il passaggio finale, il tiro. Il calcio è un gioco complicato per certi versi: schemi, moduli, tattica, statistiche e chi più ne ha più ne metta, ma è facilmente sintetizzabile in una frase. Vince chi riesce a segnare un gol in più dell'avversario. Le partite, ovviamente, partono tutte 0 a 0, e se non si combina niente per cambiare lo status della gara è facile che questo risultato stenti a schiodarsi dallo 0. Per provare a segnare la via è una sola: tirare in porta, altrimenti difficilmente il portiere avversario imbuca nella propria porta il pallone. La Fiorentina ieri non ha tirato in porta quasi mai, molto molto poco, capitalizzando il suo sforzo offensivo nell'azione che ha portato al tiro Biraghi. Gol sbagliato dal terzino della Nazionale, che poteva far sicuramente di più, ma non si può sperare che ogni volta un difensore tolgo le castagne dal fuoco. Già Milenkovic e Pezzella lo hanno fatto troppe volte. Il compito di scuotere le rete della porta avversaria spetta agli attaccanti, a quei giocatori che sulla schiena hanno stampati i numeri dal 7 in su.



Il primo dell'elenco è Ribery: generoso, corre per mille e si reinventa mezzala. E sicuramente nelle sue caratteristiche il venire in contro al centrocampo per giocare coi compagni ed iniziare l'azione offensiva, ma ieri più che mai Franck ha snaturato l'interpretazione dell'attaccante. Se fai coppia con Kouame, già "leggero" come centravanti, e vieni a prendere il pallone sul cerchio del centrocampo, è automatico che nell'area del Parma l'ivoriano sia divorato dagli avversari. Inoltre il francese è sicuramente tra i più propositivi, ma anche per lui se vale la regola che se non si calcia in porta non si segna. Kouame invece registra l'ennesima prestazione incolore. Solo, mal servito, isolato. Ha tutti gli alibi del caso: probabilmente anche Haaland farebbe fatica a segnare al centro dell'attacco viola, ma sicuramente l'attaccante del Borussia Dortmund si giocherebbe meglio i pochi palloni a sua disposizione. Cutrone entra con il piglio giusto. Corre, lotta e si batte con caparbietà, ma il problema è che a lasciargli il posto nell'attacco viola è proprio Kouame. Quindi i problemi di isolamento riscontrati dall'ivoriano li eredita l'ex Milan. Non cambia niente infatti. Il Parma mette il pullman davanti a Sepe e segnare diventa una "mission impossible" anche per il neoentrato.

Il problema resta il fatto che la Fiorentina non ha osato. Né in campo con i singoli, che con le loro giocate non hanno mai cercato il guizzo fuori dal passaggio ordinario, né in panchina con Iachini. Le sue scelte, dalla formazione iniziale, dal modulo adottato, e soprattutto dai cambi effettuati, dimostrano che il tecnico marchigiano si è giocato male le sue carte. Un pareggio a Parma, 0 a 0, se non osi in una situazione del genere quando. Vlahovic preferisce tenerlo in panchina e i cambi sono tutti funzionali a mantenere la situazione statica. Bonaventura per Castrovilli sa di poco, Lirola per Venuti ancora più insipido in una partita di stallo assoluto. Adesso la palla passa alla società: vedremo se anche per loro è giunto il momento di osare oppure no.

 

 


💬 Commenti