Josè l'equilibratore: Il doppio ruolo dello spagnolo nella Fiorentina disegnata da Prandelli

Era il 5 ottobre, due passi due dalla porta a vetri che accompagna fuori dalla zona arrivi dell'aeroporto. "Io non sono Chiesa, io sono Callejon. Felice di essere alla Fiorentina: mi metto a disposizione per far bene e far felici i tifosi". Negli occhi e nelle orecchie ancora quelle immagini e quelle parole, ma due mesi più tardi José Callejon sta ancora cercando la strada giusta per dare seguito ai propositi (ottimi) appena sbarcato a Firenze. E non ci rinuncerà per niente al mondo pur di trovarla.
Come ricorda il Corriere dello Sport-Stadio, Prandelli non l'ha avuto a disposizione al debutto-bis sulla panchina viola contro il Benevento proprio per gli effetti del coronavirus, ma poi l'ha recuperato per il Milan e la partita di San Siro ha lasciato in eredità un messaggio chiaro, benché giocata solo a metà a causa ovviamente della forma fisica non ideale: Callejon sarà il sostegno su cui poggeranno gli equilibri della Fiorentina. Attaccante quando c'è da attaccare, centrocampista quando c'è da contenere gli avversari in questo 4-3-3 che diventa 4-4-1-1 giust'appunto grazie alla padronanza dell'esterno iberico di saper interpretare le varie fasi della partita. Fermo restando che i numeri sopra riportati vogliono dire soprattutto una cosa, più che mai in questa Fiorentina che continua a faticare in maniera incredibile a mandare in gol le punte: la corsa, gli spunti, i cross e gli inserimenti di Callejon verranno utilissimi negli ultimi 20-30 metri di campo, e quando fiato e gambe saranno a posto tutto verrà da sé in automatico.