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Mancini Italia

Quest’oggi l’ormai ex ct di Italia e Arabia Saudita Roberto Mancini è tornato a parlare dal Festival dello Sport in programma in questi giorni a Trento. Il tecnico ha avuto modo di raccontare qualche aneddoto sulla sua carriera in panchina, oltre che a commentare alcuni dei giocatori italiani adesso in nazionale. Questo un estratto delle sue considerazioni

"Ero li, stavo facendo il patentino, ero assistente di Eriksson alla Lazio. Lui trovò l'accordo per il giugno successivo come ct dell'Inghilterra. C'è stato un momento in cui una Lazio fortissima non andava bene ed Eriksson fu esonerato. Pensavo che Cragnotti mi potesse dare la squadra, ma chiamò Zoff, giustamente perché era più esperto. Mi chiamò il Leicester e allora decisi di andare a giocare 5 partite con il Leicester bloccando il patentino. Poi mi chiamò la Fiorentina. Problemi di patentino non ne avevo, ma non si poteva avere il doppio tesseramento. Troppe polemiche per quella cosa? Sì. Riuscii ad allenare la Fiorentina perché sul regolamento era proprio scritto che l'allenatore in seconda è come se non esistesse”.  

“Russia e Turchia sono state grandi esperienze a livello personale”

Un pensiero anche per le sue esperienze estere: ”Tutte le esperienze ti aiutano. Quella in Russia non è stata semplice. Una esperienza importante a livello personale. Sicuramente qualcosa ha cambiato. La Turchia? Posto meraviglioso, Istanbul sembra di essere a Napoli, la gente è fantastica, andavi a giocare in Norvegia e trovavi 20mila turchi. Allenare quelle squadre li come il Galatasaray, con milioni di tifosi. Tutti attaccatissimi alla squadra”.

“Ecco perchè scelsi di promuovere Zaniolo”

Un commento anche su Zaniolo, uno dei tanti profili scovati dal tecnico di Jesi: “Zaniolo lo vidi in Under 19, aveva un anno in meno. Vidi quell'Europeo dove c'erano Tonali, Scamacca e altri. Zaniolo pensavo potesse diventare un grande calciatore quando lo vidi. Era una provocazione, certo. Ma è un altro mistero questo ragazzo: giovane, talentuoso, gioca il Mondiale Under 20 a 18 anni ed è comunque fra i migliori: come può non giocare in Serie A?” Mi era saltato all'occhio non perché facesse cose eccezionali, ma perché in Italia aveva belle intuizioni, movimenti da attaccante vero, così cominciammo a seguirlo con attenzione per poi convocarlo. Sono felice perché fra Genoa ed Atalanta è migliorato tantissimo”.

“Kean aveva tante quarta, poi è rallentato. Io lo farei giocare esterno”

Qualche parola anche per il centravanti della Fiorentina Moise Kean: "Kean aveva delle qualità già molti anni fa. Poi come molti giovani ha rallentato. Per me era un bell'attaccante esterno. Ma oggi come diceva Ulivieri di me è ancora migliore come attaccante centrale perché è migliorato”.  

“Balotelli un rimpianto? Non so quanto possa considerarlo cosi..”

Come non nominare Balotelli: “Mario è un bravissimo ragazzo. Se è lui il rimpianto più grande della mia carriera? Lui alla fine ha vinto tanto, poteva essere uno dei più grandi attaccanti di questi anni, questo si. Tecnica, físico, potenza. Poi ha vinto con Inter, City ed è arrivato in finale dell'Europeo anche grazie ai suoi gol, ma poteva fare di più sicuramente”.

“Futuro? Non so, la certezza è che finire la carriera alla Samp”

Ha poi concluso parlando del suo futuro: “Stiamo vedendo, ci sono delle cose. Cosa aspetto? Deve essere qualcosa che mi dia la possibilità di vincere e che mi motivi. Stare in panchina ami manca tanto, soprattuto stare coi giocatori in campo. La mia intenzione è di finire la carriera alla Samp”.


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