Trenta milioni non possono stare in panchina: perché Piccoli-Kean deve essere una coppia e non una staffetta

L’ingente investimento di 30 milioni che la Fiorentina ha fatto per Roberto Piccoli è una scelta coraggiosa, ma che dovrebbe rivelarsi funzionale: visto un futuro prossimo dove Kean avrà nuovamente gli occhi di tante big addosso, la Fiorentina si è ‘tutelata’ andando già a prendere il suo eventuale sostituto. Guai, però, a chiamarlo ‘vice-Kean’: l’impressione è che quest’anno i due formeranno una coppia, piuttosto che una staffetta.
Le caratteristiche compatibili
I motivi principali che danno credito a questa tesi sono vari: in primis, Piccoli e Kean non hanno caratteristiche troppo simili tra di loro. Se il primo infatti è più un giocatore di riferimento, l’attaccante roccioso che protegge il pallone e libera gli spazi per i propri compagni, il secondo è più un bomber di razza, veloce, e che quindi può giovare anche da inserimenti e tagli in profondità - non a caso, l’anno scorso è stato di gran lunga il giocatore più volte colto in fuorigioco del campionato -. Ipotizzando quindi un attacco a due, con Kean e Piccoli, la Fiorentina avrebbe un attacco composto da una figura più statica e imponente e una più dinamica e cinica sottoporta: Piccoli infatti non è propriamente un bomber, visto che il suo miglior bottino ottenuto in Serie A si è fermato ai 10 gol della scorsa stagione, ed ha quindi bisogno di un attaccante accanto a lui che invece trovi la porta con facilità.
Più libertà attorno
Non solo l’attacco: questo tandem potrebbe giovare anche tutte le figure che vi bazzicano intorno in campo. Nello specifico: Gudmundsson avrebbe più libertà di movimento, potendo meglio svolgere il ruolo del raccordo tra centrocampo e attacco, potendo dialogare con due punte che si trovano a proprio agio anche giocando spalle alla porta. Discorso simile valido anche per gli esterni: Gosens e Dodò troverebbero molto più spesso un compagno in area che raccolga i loro cross, invece che il solo il Kean come visto nelle ultime uscite della Fiorentina.
Il test di Torino
L’arrivo di Nicolussi Caviglia porta però a pensare a un centrocampo a tre, che renderebbe di fatto troppo pesante l’attacco a due della Fiorentina, che a quel punto necessiterebbe sì di una mezza punta per facilitare la giunzione tra la mediana e l’attacco. Tuttavia, la soluzione a due punte ‘di peso’ sembra essere più interessante del previsto – come visto a Torino – e non è da escludersi che diventi la normalità nelle scelte di formazione di mister Pioli.