Commisso non cambia se stesso e la Fiorentina si chiude a riccio. Pradè al momento non si tocca, la difesa ad oltranza di Pioli per tutelare la sua posizione

Commisso non cambia, la Fiorentina resta la stessa. Come avevamo anticipato, il buon Rocco, soprattutto nei momenti difficili ha sempre protetto il suo gruppo di lavoro e così andrà anche questa volta.
Pradè al momento non si tocca (a giugno sarà probabilmente addio) Ferrari nemmeno. La curva, molto chiara nel puntare il proprio dito, si ritroverà davanti ad un muro contro muro. Vedremo cosa accadrà, sicuramente il clima in casa Fiorentina da oggi sarà molto più difficile e a Pioli e alla squadra occorrerà superarsi per uscire da questa situazione.
Commisso va avanti, sempre più lontano da Firenze per motivi di salute (di recente si è sottoposto ad un'operazione) e di età, con la sensazione sempre più forte che questo desiderio di delegare ogni aspetto che riguarda la viola possa portare (in caso di offerta importante) prima o poi ad un addio, ad una cessione della società.
Pradè, Ferrari e Pioli
Ma mettere il carro davanti ai buoi è esercizio non sempre giusto e quindi rimaniamo al presente. Che dal punto di vista societario vede un proprietario che non c'è praticamente mai, il direttore sportivo, ormai da anni a Firenze, contestato apertamente dal tifo e un direttore generale che dal punto di vista dirigenziale non può certo definirsi uomo di calcio, e che comunque la si pensi sull'operato (in questo nuovo ruolo non abbiamo elementi per giudicare né nel bene né nel male) è alla prima esperienza di rilievo in questo settore.
E poi c'è Pioli, scelto da Pradè (sinceri, piaceva a tutti come idea), che oggi si trova costretto a difenderlo ad oltranza, per tutelare anche la propria posizione. Resta da capire fino a quando sarà possibile e come uscire da questa situazione davvero ingarbugliata da ogni punto di vista la si guardi.
Il boomerang dell'allenatore
Dopo la sosta si giocherà ogni tre giorni, altre sette partite fino alla pausa successiva. Il tempo massimo che si è data la dirigenza viola per valutare l'operato dell'allenatore che, salvo cataclismi, avrà questo pacchetto di partite per provare ad uscire dalla crisi e per trovare soluzioni. D'altronde questo inizio ha messo in luce i tanti errori fatti, anche dal punto di vista delle dichiarazioni iniziali. Pioli in primis, parlando di Champions, tirando le orecchie ad Allegri, ha fatto dei calcoli e delle valutazioni sbagliate. E oggi tornano indietro tutte, come un boomerang, e si trova a dover fronteggiare fiumi di critiche.
Probabilmente anche le scelte di mercato sono state sopravvalutate un po' da tutti. Non solo nei nomi, ma anche nei ruoli e nell'impostazione tattica. Trovarsi con tre centravanti, che forse non possono giocare assieme e senza esterni offensivi, sembra essere il primo grande errore. Come quello di aver sbilanciato troppo in avanti una squadra che dietro è fragile e che, forse, Palladino faceva giocare ben chiusa e ben abbottonata, proprio perché aveva ben presente le lacune dei propri difensori. Lacune che oggi stanno affiorando tutte assieme. Altro che dettagli da risolvere, come dice l'allenatore.
Il caos
Così come evidentemente sbagliata è stata la gestione dei rinnovi contrattuali di calciatori importanti che ha portato malumore e attriti nello spogliatoio. Oggi Pradè, che attaccava Palladino quasi dopo ogni scivolone (nonostante la buona classifica), non dice niente su Pioli che sta sorprendentemente naufragando senza molte spiegazioni. E allora, in questo caos generale, sarà bene cominciare a fare punti salvezza, prima di parlare di qualsiasi altro argomento.
E' crisi, e nelle crisi ci si tira su le maniche tutti. E poi si prendono decisioni, forti. Ma questo spetterebbe solo e soltanto al proprietario.