Marchetti: "Gonzalez e Gudmundsson? Se le società promettono ai calciatori che ne agevoleranno l'uscita e poi non accade, è normale storcere il naso. Serve professionalità da ambo le parti"
Il giornalista di Sky Luca Marchetti ha parlato di calciomercato a TMW Radio, soffermandosi anche su dinamiche di riguardano da vicino la Fiorentina.
‘Oggi nessuno vende senza il sostituto, se si sblocca Gudmundsson lo faranno anche Gonzalez e Koopmeiners’
“Gudmundsson all'Inter al momento non è fattibile, piace ai nerazzurri ma non credo ci sia nulla fra i nerazzurri e il Genoa. Oggi se Gudmunsson esce va alla Fiorentina, il problema è che il Genoa non è così convinto di cederlo come una settimana fa prima dell’addio di Retegui. Se il Genoa decidesse di fare plusvalenza sarà una decisione diversa perché si è già fatta cassa con Retegui, che va sostituito nonostante la conferma di Vitinha. Il Genoa ci sta pensando, questo non significa che non stia cercando delle alternative a Gudmunsson ma non convincono. Io credo che alla fine il domino andrà a buon fine, Gudmunsson va alla Fiorentina, Gonzalez alla Juventus e poi si sblocca anche Koopmeiners. Oggi però nessuno vende se non ha già un sostituto, chi ci rimette è chi compra e soprattutto il giocatore”.
Sulla situazione di Nico Gonzalez
“La Fiorentina non ha necessità di vendere, ma se devi prendere un giocatore che comunque avresti preso a prescindere magari puoi cedere Gonzalez. La volontà del giocatore oggi conta ancora di più e si fa sentire, Fiorentina e Juventus hanno un buon rapporto a livello di mercato e si possono sviluppare anche altre opzioni. Poi bisogna capire che giocatori come Gudmunsson, Gonzalez e Koopmeiners hanno sì firmato un contratto, ma sono stati anche fondamentali per le loro squadre e hanno avuto offerte importanti che sono state rifiutate. Se poi le società ti promettono che aiuteranno la tua uscita ma questo non si verifica, è normale che i giocatori possano poi storcere il naso. La società può decidere di far rispettare il contratto, ma poi bisogna capire anche i giocatori, che devono rimanere nei limiti della professionalità. Le società poi con i giocatori che non vogliono più si comportano allo stesso modo, dicendo ai giocatori di allenarsi a parte e di non volerli più vedere”.