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Alla vigilia di Fiorentina-Dinamo Kiev, con la squadra ultima a sei punti dopo quattordici giornate di campionato e dopo l'ennesima contestazione di sabato scorso a Reggio Emilia (per ribadire), mister Paolo Vanoli e il capitano Luca Ranieri si sono presentati in conferenza stampa. Eppure, a sentirli parlare, emerge un grave problema: viene descritto un universo parallelo rispetto a quanto visto in campo.

Vanoli e i suoi toni insolitamente ripetitivi

Il tecnico viola ha chiuso immediatamente le porte a nuove discussioni circa l'episodio del rigore di sabato, riuscendo ad allineare la propria posizione con quella di Gudmundsson, inizialmente in forte contrapposizione ("La mia verità è anche la sua"). Si è ancora una volta rifatto a valori come l'unità e la compattezza di gruppo, senza centrare il punto delle domande ma cercando nello spronare i suoi giocatori un punto di partenza, con discorsi spesso non molto chiari. Ma di tutti i problemi che il terreno di gioco fa emergere, nessuna traccia. Ed è un peccato perché un mese fa, al Viola Park, sembrava essere arrivato un Paolo Vanoli molto più a contatto con la realtà, conscio di dove si stesse infilando. I toni usati oggi, invece, sembrano un netto passo indietro non tanto nei risultati quanto nella sua consapevolezza.

Caro capitano… ma è davvero questa la soluzione?

Poi c'è Ranieri, il capitano di questa squadra. Che ha subito fatto muro alle offese senza invece tornare sul confronto pacifico con la tifoseria di domenica scorsa in quel di Bergamo. Che ha parlato di grande sofferenza del gruppo, dopo la prestazione fatta di fronte a quasi 4000 sostenitori viola - chissà loro se soffrono. Che ha parlato dei consigli dati dai leader di un grande spogliatoio fatto di grandissimi uomini senza tornare su tutti quei dettagli che sabato raccontavano all'unanimità una squadra disunita, nervosissima e dall'atteggiamento insolente.

Ora il campo deve seguire le parole, altrimenti…

La ricerca della compattezza è la base per uscire da situazioni così brutte, su questo non ci piove. Ma “siamo tutti consapevoli” è una frase che stona nettamente con la realtà dei fatti che solo il campo sa raccontare. Invece la sala stampa del Viola Park sembra una realtà parallela, dove la squadra è a un passo dalla svolta, dove tutti sono uniti e dove si respira lo stesso spirito combattivo. Tutte bellissime parole, poi c'è l'unico luogo che può dare risposte: il campo. E allora: o improvvisamente -a cominciare da domani- la squadra darà filo a queste parole cambiando marcia, oppure il vento avrà fatto molto in fretta a portarsele via. Potrebbe essere un modo molto rischioso di approcciare alla realtà, anche se sembra siano ancora molto distanti.


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