E ora... vai di incensazione!

Un campionato pieno, zeppo di capovolgimenti è giunto al termine. La Fiorentina di Palladino ha avuto un inizio tremendo, ma è stata anche quella delle otto vittorie consecutive; il malore di Bove ha mandato in crisi la squadra fino a mettere in discussione la figura dell'allenatore, ma che, alla fine, grazie al “suicidio sportivo” della Lazio si è ritrovato qualificato in Europa. In Coppa Italia fuori al primo turno (dall'Empoli), in Conference fuori al primo vero ostacolo, però in Serie A un'altra qualificazione europea raggiunta. Ma questa volta c'è poco da festeggiare.
“Meritiamo di più”
Una prima risposta ce l'hanno data i tifosi viola saliti ad Udine. Entusiasmo ai minimi termini e un (giusto) coro da “Meritiamo di più”. Non può esser che questa la verità, la realtà dei fatti. Questa Fiorentina - con profili del calibro di De Gea, Gosens, Dodo, Fagioli, Cataldi, Gudmundsson e Kean - ha eguagliato il risultato dell'ultima di Italiano che giocava con Terracciano, Biraghi, Duncan, Nzola e Belotti. Ma la memoria calcistica è ormai fattore secondario, si guarda solo al presente e si cancella ciò che è stato. Agli occhi dell'ex allenatore del Monza, un risultato del genere - un sesto posto - è sicuramente un ottimo traguardo. Ma ci siamo già dimenticati della totale mancanza di gioco e degli schemi che vanno e vengono senza uno straccio di copione? Caro Palladino, avevi tutte le carte in regola (come, ad esempio, il vice capocannoniere della Serie A) per non finire in Conference League per il rotto della cuffia e per i demeriti delle altre (si veda la stagione disastrosa del Milan, ad esempio).
E ora vai di incensazione!
“Il miglior risultato dell'era Commisso”, “Con Italiano non eravamo mai arrivati al sesto posto”, “65 punti sono senza dubbio un ottimo risultato”, “Una stagione da 7 pieno in pagella”… e così via. Se la mentalità a Firenze è diventata questa, allora ode a Palladino e viva la Conference League. Ma se ad inizio stagione si parla di “ambizione” dopo la stessa identica qualificazione alla terza competizione europea e in più dopo una finale persa, è chiaro che qualcosa non sia andato per il verso giusto in questa annata. Gli incidenti di percorso sono stati troppi, anche per un tecnico emergente che veniva da una piazza la cui unica ‘ambizione’ era quella di salvarsi. Peccato che il potenziale a disposizione di Palladino fosse ben diverso da quello di Italiano. Adesso si possono fare i paragoni con il precedente allenatore o per qualcuno è ancora troppo presto? Eccoli qua, i trofei che si alzano oggi a Firenze: siamo finiti davanti a Milan, Bologna e Lazio. Un'altra occasione per far qualcosa di importante se ne va. E ora… vai di incensazione!