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I tifosi della Fiorentina non sono solo quelli Curva Fiesole”. In mezzo ai tanti temi della conferenza stampa di fine stagione di ieri pomeriggio, dal mercato allo stadio, dalla passata stagione alla futura, è rimasto impresso soprattutto questo passaggio. Forte, secco, senza troppe interpretazioni né giri di parole. Rocco Commisso ha attaccato frontalmente il tifo organizzato viola dopo le recenti proteste che hanno visto la luce durante il match contro il Bologna e portate avanti anche nella trasferta di Udine. E pensare che il presidente viola non era mai stato citato direttamente nei cori, con le accuse più pesanti che erano arrivate nei confronti di Pradè e Palladino

Le parole di Commisso

Oggi, però, Commisso ha fatto scudo nei confronti dei suoi dirigenti: “Una grande maggioranza dei tifosi - ha continuato il tycoon americano - è dalla nostra parte. Loro (chi contesta ndr) possono fare quello che vogliono, ma io non è che lo devo accettare. Loro non possono cambiare il come stiamo portando avanti la Fiorentina. Spero che mi ascoltino e che mi capiscano. Certe cose non le devono fare”. 

Maggioranza… Minoranza… Non roba nuova

Tralasciando il termine “maggioranza”, che include per ovvietà una minoranza e che riporta alla mente anni recenti e di certo non felici per la Fiorentina, a quei tempi in altre mani… L'attacco del presidente viola alla parte dei tifosi in contestazione per una stagione non all'altezza delle aspettative rappresenta il vero e primo grave spacco tra le parti da 6 anni a questa parte, da quando Commisso è a Firenze.

Acque agitate

La protesta non ha fatto di certo piacere all'interno delle stanze viola. Lo ha detto lo stesso Pradè, che si è detto dispiaciuto per i cori. E ci mancherebbe. La domanda però è la stessa, da anni ormai: a livello comunicativo, si poteva gestire meglio la situazione? Sì, decisamente. Un attacco che sa di frattura enorme e che ha già inevitabilmente agitato le acque tra i membri della parte calda del tifo viola. 

E la Fiorentina adesso come arriverà all'inizio del nuovo campionato? 

In questi anni di indecisioni comunicative ne abbiamo viste e non poche. Dai misteri sui giocatori, con l'incertezza che ha regnato sovrana per mesi su alcuni di loro, agli ormai lontani e dimenticati attacchi alla stampa fiorentina. Questa l'ennesima. E se dopo un sesto posto raggiunto con le unghie e con i denti ci si poteva aspettare per lo meno un calmarsi delle acque in attesa del mercato, adesso questa possibilità è pressoché azzerata. E un'altra domanda sorge spontanea: in quale clima la Fiorentina, in particolare la società viola, arriverà all'inizio della nuova stagione? 

Parole da pesare

Da capire se arriverà una risposta diretta della Curva Fiesole alle parole di Commisso. Ma una certezza è già chiara. Dopo una stagione di sacrifici e viaggi in giro per i posti più sperduti d'Europa, un sostegno incessante fino praticamente a fine campionato nonostante i risultati altalenanti, certe parole potevano essere messe sulla bilancia e pesate accuratamente (come fatto da Pradè). E' stato scelto di non farlo. 

E se alzano la voce anche i fedelissimi…

Sia chiara una cosa: non è il fatto di seguire la squadra sempre e ovunque che dà il diritto ad alcuni tifosi di dire e fare tutto quello che vogliono. Ma il sacrosanto diritto di espressione va rispettato, sempre e comunque. Per tutti: da chi macina i kilometri a chi se ne sta a casa sul divano. Ma se anche i fedelissimi di questa squadra alzano la voce, presidente, un motivo ci sarà. “Speriamo che capiscano che certe cose non le devono fare”. Non funziona proprio così. L'ennesimo errore comunicativo. Che potrebbe risultare più grave di quanto non sembri adesso. Il tifo non è la stampa. E' cosa nota. 

 


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