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Giudicare un allenatore (Vanoli) arrivato da tre partite in una situazione che definire disperata è un eufemismo non è possibile, però si può affermare che, ad ora, segni di discontinuità rispetto alla Fiorentina di Pioli ce ne siano davvero pochi. Uno di questi, in positivo, è sicuramente la maggiore attenzione sui calci da fermo. Ma non può assolutamente bastare.

Fiorentina orrenda anche in Conference League

Anzi, a voler fare semplicemente cronaca, si può dire che con Pioli, almeno in coppa, le vittorie arrivavano: quattro su quattro partite, considerando anche i playoff. E anche a livello di gioco il livello era leggermente migliore. Anche se forse va ricordato che, in quei casi, gli avversari che ci erano toccati risultavano ancora meno competitivi dei già non irresistibili Mainz ed AEK Atene.

Di certo a veder giocare questa Fiorentina, l’unica definizione che ci viene in mente è semplicemente “inguardabile”: senza uno straccio di gioco, con una condizione fisica del tutto rivedibile (anche ieri i giocatori viola arrivavano sempre secondi sul pallone), con pochissimo mordente e pronta a sciogliersi al primo errore.

Ma non erano gli stessi giocatori dell’anno scorso?

Una nota positiva potremmo individuarla nella prestazione di Fabiano Parisi, già discreto sabato scorso contro la Juventus. Oltre ad un sufficiente De Gea, messosi in mostra veramente in prima persona soltanto su un pallonetto dell’ex Luka Jovic

Ma la domanda che in molti si stanno ponendo a Firenze in queste ore è la seguente: questo gruppo di giocatori, del tutto insufficienti in quanto a tecnica e grinta, non è molto simile a quello che l’anno scorso ha conquistato il sesto posto in classifica? Mancano Bove, Adli e Cataldi, certo, ma quante partite avevano saltato i tre per problemi di natura fisica?

Forse è questo l’unico pensiero a tenere viva la speranza di salvezza: che non possiamo essere veramente così scarsi come abbiamo mostrato in questi primi tre mesi di stagione!


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