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Dzeko
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

La Bosnia di Edin Dzeko non ce l'ha fatta a strappare il pass diretto per i prossimi Mondiali che si disputeranno nel 2026 tra Canada, Usa e Messico. Il centravanti della Fiorentina e i suoi compagni di squadra, per poter andare alla kermesse mondiale dovranno passare dagli spareggi. 

“Un simbolo!”

Nel frattempo in Bosnia si assiste alla celebrazione dello stesso Dzeko. "Ci aspettavamo di realizzare ancora una volta il nostro sogno di andare ai Mondiali, dove avremmo detto addio a uno dei più grandi giocatori della Bosnia-Erzegovina di tutti i tempi.
Perché Edin Džeko non è solo un capitano. Non è solo un attaccante. È il simbolo di un Paese, di una generazione e di una speranza". A scrivere queste parole è il filantropo, esperto di comunicazione e anche manager in questo senso dello stesso Dzeko, Jasmin Livata

“Non è mai scappato”

Il quale ha aggiunto sempre su Dzeko: "Ha segnato 72 gol per la nazionale della Bosnia-Erzegovina, ha giocato quasi 150 partite, ma i numeri non potranno mai spiegare cosa sia veramente: un pilastro, un sostegno e l'immagine più pura dell'orgoglio della Bosnia-Erzegovina. Edin ha giocato in nazionale anche quando era malato, quando era infortunato e quando era "a pezzi". Non lo ha fatto per le statistiche, ma per il suo amore per lo stemma, il Paese e la gente. È uno dei pochi che non è mai scappato. È venuto quando tutto andava bene, ma ancora di più quando la situazione era difficile". 

E infine: “Per i giovani giocatori, è diventato una guida, non perché ha segnato gol, ma perché ha mostrato come assumersi le proprie responsabilità. Per quei bambini, che ora crescono accanto a lui, è stato un idolo e un modello, e ha convinto le loro menti a scegliere la Bosnia come loro nazionale”. 


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