La Fiorentina di Vincenzo Italiano sta crescendo e maturando. Questo, senza ombra di dubbio. E' a tutti gli effetti immersa nel proprio Tempo delle Mele, un periodo fortunato dove tutto gira per il verso giusto e l'esaltazione è ai massimi livelli. E dopo essere caduta a Reggio Emilia, non si è affatto scoraggiata, anzi, ha risposto da Grande ad un Bologna che partiva favorito.

Senza Nico, è tutta un'altra storia. Una mediocre, però

Ma senza il suo ‘10’, il giocatore in assoluto più decisivo, non potrà continuare ancora a lungo a splendere. Ranieri, Milenkovic e Quarta sono sugli scudi, di più non si può chieder loro (forse un altro gol sì, ma non si deve tirare troppo la corda). Ma mentre la difesa regge gli urti, l'attacco fa acqua da tutte le parti e lo testimoniano certamente gli appena tre gol segnati nelle ultime cinque. Con la partenza di Kouamé e l'infortunio di Gonzalez, Nzola e Beltran sono rimasti ancora più isolati, persi anche dalla condizione altalenante di Bonaventura.

La versione operaia di Italiano

Una Fiorentina - si potrebbe osare - operaia, sporca, a tratti veramente brutta da guardar giocare, ma efficace, funzionale, che riesce a portare a casa il risultato anche dalle situazioni più complicate. Questo magic moment, tuttavia, non sarà infinito e già contro l'Udinese, dovranno necessariamente tornare i gol degli attaccanti. Nzola e Ikoné, in particolar modo, sono chiamati all'esame, specialmente il primo, che in Coppa non se l'è nemmeno sentita di presentarsi dagli undici metri. Per fortuna che c'era un Yerry Mina con due ***** così, altrimenti chissà quali altre bischerate staremmo scrivendo in questo momento. Più Maxime Lopez e meno atteggiamenti alla Jorko, grazie. Lo chiedono a gran voce i tifosi, ma è anche il monito di Italiano.

Commisso festeggia, Italiano ne approfitta per chiedere giocatori: Tre rinforzi per volare e vincere finalmente qualcosa
Tre semifinali di fila sono tanta roba, soprattutto in una competizione spesso non interpretata bene dai club del nostro...

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