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La vicenda stadio continua a tenere banco durante queste torride giornate di luglio. Mentre i Viola sono impegnati nel ritiro estivo di Moena per preparare al meglio la stagione, c’è chi invece progetta quelle che verranno immaginando come sarà la nuova (possibile) casa della Fiorentina.

Come riporta La Nazione, il futuro dello stadio Artemio Franchi ha riacceso il dibattito incessante che ormai da anni attanaglia Firenze e altre città italiane. Innovazione contro tradizione, un po' come Guelfi contro Ghibellini, una sfida che presenta non pochi ostacoli nella progettazione del restyling del Franchi.

Non si parla solo della semplice ristrutturazione dell’impianto, ma anche e soprattutto della riqualificazione dell’area circostante. Ed ecco che temi come parcheggi e viabilità diventano tutto ad un tratto di rilevanza fondamentale. Le forme del nuovo impianto sembrano compatibili con lo skyline della città: non troppo futuristiche come accaduto con il Palazzo di giustizia, che ancora oggi stona nel contesto di una Firenze fortemente legata alla tradizione architettonica.

Adeguarsi ai nuovi tempi deve diventare un obiettivo ma non un imperativo. È giusto preservare l’identità della città e per farlo è necessario che un’opera di portata così importante, come la realizzazione di un’area intera nei pressi del nuovo stadio, sia il risultato di un connubio di interessi e forze economiche, sportive e urbanistiche mosse da un comune intento.

In particolare tra gli effetti positivi che si cercano di realizzare vi sono, oltre ai risvolti economici per le casse comunali e dei Viola, una serie di misure e benefici per i residenti della zona di Campo di Marte e per tutti i tifosi che cercano di raggiungere lo stadio. Ridurre il traffico, garantire una buona viabilità sia prima che dopo le partite e consentire una vita “quasi” normale a chi vive nei pressi del Franchi sono le sfide che maggiormente concentrano le riflessioni. Senza dimenticare l’impatto che un’area commerciale può avare direttamente sulle attività, prevalentemente a conduzione famigliare, della zona e che di fronte a una concorrenza così spietata potrebbero incontrare delle difficoltà.

Insomma lo stadio non deve essere visto solo come un’opera dedicata ai tifosi viola ma anche e soprattutto come un’occasione per la città di modernizzarsi, non perdere il passo rispetto alle grandi città europee che da sempre hanno fatto dell’innovazione urbanistica il punto di forza sul quale fondare il proprio successo (specialmente turistico). Prendiamo spunto da una città come Parigi che è riuscita a trovare il giusto equilibrio tra la tutela e l’esaltazione delle proprie tradizioni e la ricerca di soluzioni innovative per rendere la vita dei parigini e dei turisti un’esperienza piacevole. Non sarà semplice trovare la quadra e gli ostacoli non mancheranno, ma lo stadio deve essere un’occasione da non perdere per la Fiorentina, per il Comune e i per i fiorentini.


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