In questi ultimi tempi, non si fa di che parlare del prossimo allenatore della Fiorentina. Giustamente, andrebbe detto. D'altronde, si tratta della figura di riferimento più importante a livello tecnico di un club, specie nel nostro caso - dove Italiano ha risollevato un ambiente che non raggiungeva picchi del genere da troppi anni, fra la fine dei Della Valle e l'inizio di Commisso. Questa stagione, però, è tutt'altro che finita, nonostante il campionato abbia probabilmente già detto la sua. 

Non facciamo bischerate

Oggi, però, si gioca una gara importante, a dispetto del basso livello dell'avversario. Vincere (cercando di ipotecare il passaggio del turno già da questo turno di andata) è imperativo per una società che si chiama Fiorentina. Non facciamo scherzi - immaginando di parlare direttamente alla squadra: la tragica e improvvisa scomparsa del direttore generale non può costituire nessun tipo di alibi. Così come il fatto che questi saranno gli ultimi due mesi (in realtà, poco meno) di Italiano.

La Conference è una possibilità concreta

La Conference League, in particolare, deve adesso rappresentare l'obiettivo principale della Fiorentina. Anche in Coppa Italia, le cose stanno procedendo per il verso giusto, ma sappiamo benissimo che sarebbe impresa storica superare la Juventus, proprio in una finale… Ma intanto arriviamoci! E' quello che dovrebbero dirsi in faccia i giocatori nello spogliatoio, perché Plzen non è certo l'accoppiamento più ostico della nostra storia europea e centrare un'altra semifinale significherebbe tanto a livello di autostima. Quindi, non facciamo bischerate, arriverà il momento di giudicare, ma non è ancora questo. Perché, è indubbio, non è ancora finita questa stagione.

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