Un colpo basso. Sono in molti all'interno di Palazzo Vecchio ad aver visto così l'annuncio fatto dalla Fiorentina di non rispettare il termine ultimo del 31 dicembre per presentare il progetto definitivo per lo stadio nuovo e la Cittadella Viola, così come concordato con il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Appuntamento rimandato a maggio e ulteriore proroga che la Fiorentina in pratica si è presa unilateralmente.

In un altro momento storico magari qualcuno si sarebbe fatto anche una risata sopra. Adesso no, anche perché le elezioni amministrative incombono e Nardella voleva presentarsi all'appuntamento con molto più che un pugno di mosche in mano, sia su questo tema, che sulla tramvia che sull'aeroporto. "Un incontro chiarificatore coi Della Valle s'ha da fare a tutti i costi": le diplomazie sono già all'opera per vedere di sbloccare questa situazione e per concordare un incontro ai massimi livelli per evitare che tutto possa degenerare.

Però è bene specificare qualcos'altro. Qualcuno è caduto dal pero dopo aver letto le parole del comunicato della Fiorentina, ma l'annuncio di un rimando a maggio era tutt'altro che da considerare inaspettato. A luglio, durante il ritiro di Moena, Andrea Della Valle aveva già lanciato la bomba e in tutti questi mesi non è che il Della Valle-pensiero sia minimamente cambiato sull'argomento. Semmai qualcuno aveva sottovalutato la portata di quelle dichiarazioni e non aveva dato il giusto peso a quello che aveva anticipato il proprietario (assieme al fratello Diego) del club viola.


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