Pellissier a FN: “Kean? Prima di andare via da Firenze ci penserei molto, anche più di cento volte! Con Pioli trovata l'eccellenza. Io alla Fiorentina? Tutte le volte che vedevo i Della Valle..."

Iniziano oggi 15 giorni importantissimi per il futuro della Fiorentina, quelli in cui sarà valida la clausola rescissoria di Moise Kean, ma anche per l’imminente arrivo di Stefano Pioli e le varie scelte di calciomercato che la società gigliata sta compiendo in queste ore. Per parlare di tutto questo, abbiamo contattato Sergio Pellissier (ex giocatore ed oggi Presidente onorario del Chievo Verona), che ci ha anche svelato un aneddoto in salsa viola sul suo passato.
La Serie A sceglie l’usato sicuro: Džeko, Modric, probabilmente Immobile ecc. ecc. È un modus operandi che condivide, oppure si dovrebbe dare più spazio ai giovani?
“Io credo che si dovrebbe dar spazio semplicemente ai giocatori validi, cioè a quelli più forti, giovani o vecchi che siano. Si deve dare spazio alla meritocrazia, che si vorrebbe invece far passare in secondo piano. Se parliamo di grandi calciatori, anche di 30-40 anni, vanno comunque meglio di un ragazzo che non ha ancora quella qualità”.
Iniziano oggi i 15 giorni decisivi per il futuro di Moise Kean (per via della validità della clausola): secondo lei resterà a Firenze, oppure no? E, se fosse a lui vicino, quale scelta gli consiglierebbe?
“È difficile dare consigli in questo mondo moderno del calcio. Alle offerte faraoniche non puoi dire immediatamente di no, ma devi prima pensarci bene, perché ci sono tante cose da valutare. Di certo Firenze è una piazza importantissima e difficile, ma dipende solo da lui la scelta. Io sono un po’ di parte e prima di andare via da Firenze ci penserei molto, anche più di cento volte! Si tratta di un calciatore valido ma, per come è fatto, il modo migliore per farlo emergere è quello di trovare una società che creda in lui, che gli dia il timone della squadra, proprio come la Fiorentina. Altrimenti rischia di incidere di meno, se deve giocarsi il posto con altri concorrenti”.
Stefano Pioli e la Fiorentina: un matrimonio di amore, segno di crescita delle ambizioni della società gigliata, che negli ultimi anni aveva scelto, invece, sempre allenatori giovani emergenti. Da profili scommesse, si è passati ad una scelta dettata dall’esperienza: è l’opzione giusta?
“La scelta di un tecnico non è mai facile, perché ci sono allenatori che fanno bene in un posto e male in un altro. Pioli è un ottimo elemento, che sa trasmettere le sue idee, ma anche ascoltare molto la squadra. Mi sembra, quindi, una scelta eccellente per ripartire. Ha allenato, infatti, squadre importanti e la Fiorentina ha optato stavolta per una certezza, invece che su allenatori che dovevano ancora dimostrare”.
In carriera è mai stato vicino alla Fiorentina?
“I Della Valle tutte le volte che mi incontravano, mi fermavano per chiedermi come mai non fossi voluto venire alla Fiorentina. A me però offerte dirette non erano mai giunte. La Fiorentina con estrema correttezza avrà quindi esplicitato degli interessamenti e delle offerte al Chievo, ma a me i clivensi non hanno mai raccontato nulla perché non hanno mai voluto cedermi”.
La possibile partenza di Beltran aprirebbe uno spazio nella rosa viola nella posizione di seconda punta. C’è in questo ruolo un calciatore che le assomiglia e che consiglierebbe alla Viola?
“È cambiato tanto il modo di giocare, rispetto a quando c’ero io in Serie A. La Fiorentina sta pensando e realizzando un qualcosa che la porti a navigare in posizioni di classifica ancora migliori. Sta prendendo sempre più spesso giocatori di nome, più abituati alle pressioni di vincere e non solo a quelle di dover far bene. Si tratta di mosse giuste, tanto che la squadra è cresciuta tanto dall’inizio dell’era Commisso, e saranno sicuramente bravi a centrare anche questo obiettivo di mercato, quello della seconda punta”.